Un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice della Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, nei confronti di alcuni elementi di spicco del clan “Padovano” della Sacra Corona – sodalizio criminale predominante nella città rivierasca di Gallipoli e nelle aree limitrofe – è quello che sono impegnati a eseguire, dalle prime ore della mattinata in corso, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (R.o.s.) e del Comando Provinciale di Lecce. Tra i beni sequestrati dai militari dell’Arma dei Carabinieri, beni del valore complessivo di un milione di euro, anche una sala giochi e tre agenzie investigative. Ben 15 misure cautelari in carcere, inoltre, per associazione di tipo mafioso.
Il provvedimento di sequestro dei beni emesso dall’Autorità Giudiziaria leccese è scaturito a seguito di una serie di indagini di natura patrimoniale condotte nel triennio 2013-2015 dai militari del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei militari del reparto operativo speciale che costituiscono la fase conclusiva dell’indagine “Baia verde” che ha colpito, nel triennio che va dall’anno 2013 all’anno 2015, una tra le più agguerrite organizzazioni mafiose operanti nella Provincia di Lecce.
I particolari dell’operazione nella quale sono stati protagonisti i militari, stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi, con inizio alle ore 10.30, presso il Comando Provinciale del Carabinieri di Lecce in Via Lupiae. All’incontro con gli organi di informazione ha preso parte – oltre al Comandante Paolo Vincenzoni – anche il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Lecce, Antonio De Donno. si è accertata, sostanzialmente, la sussistenza del clan "Padovano", principalmente attivo nei settori delle estorsioni, intimidazioni e monopolio della security, nonché traffico e spaccio di stupefacenti.
Nel corso delle investigazioni, inoltre, gli operatori avrebbero anche acclarato l'operatività mafiosa di altri gruppi appartenenti alla Sacra Corona Unita della provincia leccese, operante su parte del capoluogo salentino ed organicamente inserito nel clan "Tornese", storicamente alleato ai "Padovano". Non solo. L'esito positivo dell'indagine sui patrimoni – orgine del decreto di sequestro preventivo – ha fatto emergere la riconducibilità al clan di consistenti beni mobili e immobili intestati a tre soggetti, dei quali però non semra ancora possibile ritenire legittima la provenienza. Ecco l'elenco (contenuto nel preciso comunicato stampa consegnatoci dalle forze dell'ordine durante la conferenza stampa tenutasi negli uffici del Comando Provinciale):
Beni nelle disponibilità di Gabriele Cardellini (già tratto in arresto in "Baia Verde" per associazione mafiosa e altro):
- Sala giochi ubicata a Gallipoli;
- Un appezzamento di terreno agricolo ricadente in una zona a vincolo di salvaguardia paesistica;
- Un appartamento situato a Gallipoli;
- Quattro motocicli;
- Due conti correnti bancari;
Beni nelle disponibilità di Eugenio Corchia (già indagato in "Baia Verde" per intestazione fittizia di beni):
- Impresa individuale che opera nel commercio di prodotti ittici;
- Un'autovettura;
- Due conti correnti bancari;
Beni nelle disponibilià di Luca Tomasi (già arrestato in "Baia Verde" per associazione mafiosa e altro):
- Un'impresa individuale e due società d'investigazione privata;
- Due autovetture;
- Due conti correnti bancari;