Palpeggia una ragazzina disabile, condannato a tre anni

Nell’udienza del processo di primo grado che vedeva imputato un 48enne di Veglie, accusato di aver ‘approfittato’ di una ragazza affetta da disabilità, i giudici hanno chiesto tre anni di reclusione.

Sentenza di condanna per un uomo di Veglie, accusato di avere ripetutamente palpeggiato una ragazzina disabile e minore all'epoca dei fatti, con la scusa di una passeggiata sulla spiaggia.

Il collegio della Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, presieduto da Gabriele Perna, giudici a latere Francesca Mariano e Sergio Tosi, ha comminato nell'udienza, la pena di tre anni di reclusione per il reato di violenza sessuale, ad un 48enne della provincia di Lecce, il quale avrebbe approfittato dell'inferiorità fisica e psichica della vittima, allora quindicenne.

I giudici hanno, però, riconosciuto all'imputato l'ipotesi di cui all'ultimo comma dell'articolo 609 -bis sulla minore gravità del reato, come richiesto dal difensore dell'imputato, l'avvocato Eridania Margheriti, riducendo la pena di 2 anni rispetto alle richieste del Pubblico Ministero Stefania Mininni (aveva chiesto 5 anni).

L'uomo è stato condannato anche all'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente la tutela e la curatela, oltre che da qualunque incarico nelle scuole e dal servizio in strutture frequentate da minori. Infine, egli dovrà risarcire le parti civili, costituite dai genitori della vittima e difese dall'avvocato Silvio Verri, della somma di 20.000 euro, oltre a dover pagare le spese processuali sostenute dalle stesse.

I fatti sarebbero avvenuti nel giugno del 2010, in occasione della festa di compleanno della ragazza, organizzata presso la casa dell'uomo accusato di violenze a Torre Lapillo; egli, in stato di ubriachezza, a fine giornata, quando i genitori della disabile erano andati via, l'avrebbe invitata ad una passeggiata in riva al mare, e una volta allontanatisi, avrebbe abusato di lei.

Al rientro a casa, la giovane vittima confessò tutto, inducendo i genitori a sporgere denuncia; da quel momento sarebbero cominciate le indagini dei carabinieri di Copertino, (essi si avvalsero delle dichiarazioni della ragazza in sede di incidente probatorio e dei verbali di sommarie informazioni rese da altre persone) che costituirono le fonti di prova per l'accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio.

Il resto è storia di oggi, ovvero la conclusione del processo di primo grado e la ricostruzione di una vicenda che vedrebbe protagonista, ancora una volta nel ruolo di vittima, una persona senza difese.

Angelo Centonze



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