Concitate sono state le ultime ore dopo l’omicidio del 22enne Francesco Fasano a Melissano.
Successivamente al ritrovamento del cadavere e all’avvio vorticoso delle indagini, i carabinieri del Comando provinciale di Lecce, nel corso della nottata, hanno sottoposto a fermo 10 persone.
Otto sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, due anche dell’omicidio di Fasano avvenuto nelle campagne di Melissano la sera del 24 luglio scorso. Vi è anche tra i fermati chi è accusato di tentato omicidio perpetrato il 19 luglio scorso sempre a danno del 22enne e di un altro componente del sodalizio criminale.
Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce, trae origine da un’attività investigativa condotta dai carabinieri già dal marzo 2018 a seguito dell’omicidio di Manuele Cesari, che ha consentito di evidenziare che in territorio di Melissano vi è la presenza di un sodalizio criminale dedito al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
All’interno del gruppo criminale, però, vi sono contrasti sempre più forti, culminati proprio nell’omicidio di Fasano.
Le parole del Procuratore Leonardo De Castris
In mattinata, a firma del Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castris, è giunto il plauso all’indirizzo del Procuratore aggiunto e dei due sostituti impegnati nelle indagini e all’intero personale del Nucleo investigativo del Comando carabinieri di Lecce e della Compagnia di Casarano.
“Le evidenze indicano che la causale dell’omicidio – scrive De Castris – va ancora una volta ricercata nel traffico organizzato di stupefacenti e nelle controversie relative alla spartizione dei territori di influenza, che da tempo costituisce il core business della criminalità organizzata”.
“Lo Stato è presente più che mai sul territorio. Per ciò che attiene al traffico e al consumo di stupefacenti non smetterò mai di ricordare (e parlo delle decine di soggetti di ogni età e classe sociale che quotidianamente assumono cocaina e marijuana) che ogni tiro di cocaina, ogni canna fumata, alimenta le ricchezze della criminalità organizzata, così come ogni euro speso finisce nelle tasche dei mafiosi”.
“Se non si ha il coraggio di riconoscere questa verità, non si ha alcun titolo per lamentarsi dell’escalation di furti e rapine, fenomeni criminali di ogni tipo o ancora indignarsi per l’occupazione da parte della criminalità di interi settori della realtà economica della zona, che pure con impegno e fatica la Magistratura e le forze dell’ordine continuano a contrastare”.