Il paragone sembrerebbe un po’ azzardato, quasi esagerato. Ma a giudicare dalle segnalazioni giunte da alcuni pendolari così non è: tornare a Lecce è diventata una vera e propria odissea, simile a quella raccontata nel più famoso poema epico con tanto di disavventure all’interno della Stazione dovute non solo ai ritardi.
I treni ad alta velocità che da Bari per tutto il pomeriggio dovevano raggiungere il capoluogo salentino per cause ignote ai passeggeri sono stati soppressi. Solo dopo ore e ore in preda all’incertezza più totale Trenitalia ha finalmente comunicato che il motivo dei disagi era dovuto ad un treno che è rimasto bloccato sulla Barletta-Trani, interrompendo di fatto tutte le normali comunicazioni verso il Sud.
Gli annunci dei ritardi che si andavano continuamente ad accumulare però si sono susseguiti uno dopo l’altro. Prima mezz’ora, poi un’ora , poi un’ora e mezzo, poi due ore… persino due ore e mezzo di ritardo per il Frecciabianca che doveva arrivare a Bari alle 17.25 e da lì ripartire per Lecce. Ovviamente si è cercato di trovare qualunque alternativa utile per tornare a casa ed ecco che i salentini che dal capoluogo pugliese hanno optato, anzi hanno dovuto optare, per il regionale delle 20.27, non prima però di aver subito al binario 3 le continue offese ed angherie di una donna con evidenti disagi psichici che ha ripetutamente minacciato i passeggeri brandendo un bastone. Insomma, paura e nervosismo: un mix che farebbe impazzire anche la persona più mite.
Mentre nel Nord si litiga per l’alta velocità, nel Sud si discute sull’esistenza o meno del servizio ferroviario visto che ormai i ritardi sno più all’ordine del giorno degli arrivi in orario.