Una perizia psichiatrica, già affidata ad uno specialista, servirà a capire se Filippo Manni, il 21enne matricida reo confesso, fosse capace d’intendere e di volere quando uccise Teresa Sommario, con un ascia da boyscout del fratello, dopo un rimprovero. L’omicidio è avvenuto il 17 giugno scorso a Racale. Il gip Valeria Fedele ha disposto l’incidente probatorio, conferendo l’incarico ad uno psichiatra, per stabilire, inoltre, se il ragazzo sia capace di stare in giudizio e dunque di affrontare un processo. Le conclusioni verranno esposte nell’ udienza fissata per il mese di dicembre, quando ci sarà l’audizione del perito.
Filippo Manni, giovane studente universitario, si trova in carcere, dopo che il 21 giugno scorso, il gip ha convalidato il decreto di fermo emesso dal pm Simona Rizzo.
Il 21enne, al termine dell’interrogatorio, presso il carcere di Borgo San Nicola, ha confermato in lacrime di avere ucciso la madre, affermando di averla prima colpita al petto, mentre era seduta alla scrivania nello studio. Ed infine spaccava il computer per la rabbia perché la madre continuava a parlare.
Il ragazzo è stato portato in caserma, dopo essere stato visto vagare sulla strada per Torre Suda.
L’omicidio è avvenuto in via Toscana, intorno alle 14 a Racale. La vittima, una stimata dipendente della Cnh, è l’ex moglie dell’assessore ai lavori pubblici, Daniele Manni. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri del nucleo operativo di Lecce, dai colleghi del Nor di Casarano e della compagnia di Racale. Tutto sarebbe partito da una lite in famiglia, ma ci sono ancora dubbi sul movente dell’omicidio. Va detto che il gip, nell’ordinanza, sottolinea come il ragazzo abbia fatto riferimento nell’interrogatorio soltanto alla generica insofferenza verso condotte assillanti della madre ed alle frizioni dovute alla decisione di lasciare gli studi universitari per dedicarsi alla musica.
Ora si attendono gli sviluppi dell’incidente probatorio.