Un 44enne di Racale accusato di aver ripetutamente minacciato di morte la convivente finisce sotto processo. Inoltre, l’avrebbe picchiata con calci e pugni per circa quattro anni, anche in presenza dei figli minori.
Al termine dell’udienza preliminare, il gup Marcello Rizzo lo ha rinviato a giudizio accogliendo l’istanza della Procura.
L’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Bruno, potrà difendersi dalle accuse durante il dibattimento. Il processo avrà inizio il 4 novembre prossimo dianzi ai giudici in composizione collegiale. Il 44enne risponde dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Intanto, la presunta vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Francesca Conte, nel corso dell’udienza preliminare.
Le indagini
L’inchiesta ha preso il via dalle denunce presentate dalla convivente, attraverso il proprio Venivano riferiti svariati episodi di maltrattamenti a partire dal 2020, al termine di litigi per futili motivi. Si parla di botte in testa e vessazioni di ogni tipo, di natura fisica e verbale. E di umiliazioni e minacce di morte, come quando l’uomo le disse: «Stasera ti faccio coricare nella camera mortuaria». E ancora: «Non vali nulla e non sai fare nulla» Ed infine: «Sei una poco di buono, ti ho detto che non devi guardare o parlare con maschi».
Come detto, nel corso delle ripetute aggressioni, la donna avrebbe rimediato delle lesioni. E in quelle circostanze si rese necessario l’intervento del 118 e il trasporto in ospedale per le cure sanitarie.
Tali accuse dovranno essere vagliate nel corso del processo, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale.