Porto Badisco è senza dubbio uno degli angoli più belli del Salento, uno dei tanti gioielli di una terra abbracciata dal mare, ma se molti punti della marina di Otranto, come Porto Russo, un’insenatura dove il mare ha un colore impossibile da ‘catalogare’ (non è blu, non è turchese e nemmeno azzurro), “lu sbroia” per i più temerari o le Tajate, dove l’acqua è sempre fresca grazie ad alcune piccole sorgenti, hanno conservato la loro incantevole bellezza e la sfoggiano per far innamorare i turisti di passaggio, la baia, quella dove, secondo la tradizione, sarebbe sbarcato Enea, con il padre Anchise e il piccolo Ascanio, non è più quella di una volta.
La spiaggia dove approdò il mitico eroe di Virgilio dopo la fuga da Troia ha cambiato il suo “volto” dopo l’alluvione di qualche anno fa. Fu un risveglio amaro per i frequentatori di sempre e lo è ancora, anche per gli stranieri che restano sopresi vedendo il tratto, cancellato dal maltempo.
Chi conosce il posto, sa che non ha nulla da invidiare in tema di bellezza ad altre località. Nemmeno l’eroico Enea avrebbe scelto altri lidi, non avrebbe mai abbandonando quegli scogli appuntiti per altri approdi, come fanno tanti coraggiosi “vacanzieri moderni” che sognano di fare un tuffo nelle acque più limpide e blu del Salento.
Il Comitato per la tutela e la salvaguardia di Porto Badisco, presieduto da Nino Viceconte è stato sempre attento alla sorte (o al destino) della zona su cui, a volte, i riflettori dell’attenzione sembrano spenti. E ora che la mitica spiaggetta di Enea è stata ‘sistemata’ c’è un altro punto all’ordine del giorno: quello di far diventare Porto Badisco frazione di Uggiano la Chiesa. Un sogno non impossibile, forse, ma realizzabile ridefinendo i confini del territorio. Da tempo il Comitato accarezza l’idea di far diventare il ‘vecchio’ borgo di pescatori una frazione del Comune, come Casamassella.
Alla riunione è intervenuto anche Salvatore Piconese che, quasi un anno fa, a nome del gruppo consiliare di opposizione aveva proposto all’amministrazione guidata da De Paola di avviare l’iter previsto per disegnare i nuovi confini del tratto di costa come previsto dalle legge regionale 26/1973. Si tratta di una strada lunga, non certo priva di possibili ostacoli, ma non impossibile da percorrere come dimostra il caso di Casalabate.
“Ieri sera ho partecipato alla riunione del Comitato per tutela e la salvaguardia di Porto Badisco. Ho preso la parola e ho ribadito che il lavoro svolto in questo ultimo anno, da parte dei volontari del Comitato, è stato importante e ha contribuito ad accendere un faro su Porto Badisco.Ho dato, come sempre, la mia disponibilità personale e politica per qualsiasi battaglia civile da intraprendere per il futuro della marina” ha scritto Piconese sul suo profilo facebook. Un post in cui l’ex primo cittadino ha ripetuto che la battaglia più importante da portare avanti per il futuro di Porto Badisco sia quella della ridefinizione dei confini territoriali tra il Comune di Uggiano e il Comune di Otranto.
“Quella della ridefinizione dei confini è una questione che, così come l’ha illustrata storicamente il prof. Franco Merico nel suo intervento, può essere percorsa e può essere affrontata sul piano politico e istituzionale. È necessario, però, un impegno collettivo e uno sforzo che deve essere fatto da tutti, in modo coordinato e organizzato: cittadini, associazioni, comitati e amministrazioni comunali. Sarà utopia? Forse sì. Ma credo che sia giusto provarci tutti insieme”