Prelievi “sospetti” dal conto di una cliente malata? Assolta in Appello una dipendente di banca

La Corte di Appello ha ritenuto Daniela Salamanca, 59enne di Cavallino, non colpevole del reato di furto aggravato. Accolta, dunque, la tesi difensiva degli avvocati Giuseppe e Pasquale Corleto.

Era accusata di alcuni prelievi “sospetti” dal conto di una signora malata, ma per una dipendente di banca, dopo la condanna in primo grado, è arrivata l’assoluzione.

La Corte di Appello ha ritenuto Daniela Salamanca, 59enne di Cavallino, non colpevole del reato di furto aggravato, per non aver commesso il fatto. Accolta, dunque, la tesi difensiva degli avvocati Giuseppe e Pasquale Corleto.

In primo grado, invece, il giudice monocratico Annalisa de Benedictis ha inflitto un anno ed otto mesi (pena sospesa e non menzione) nei suoi confronti. Ed il risarcimento (in solido con il responsabile civile) con la somma di 10mila euro, della parte civile, difesa dall’avvocato Francesco Vergine. La Salamanca era stata, invece, assolta dallaccusa falsitàin scrittura privata.

Il giudice ha invece assolto, “per non aver commesso il fatto“, altri due dipendenti di Banca. Si tratta di Rita Giannetti, 62 anni, di Lecce (assistita dal legale Amilcare Tana); Alberto Melica, 60 anni, di Cavallino (avvocato Luigi Covella). Rispondevano anche loro delle accuse di furto aggravato e falsità in scrittura privata..

Le indagini

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta, presero il via con la denuncia presentata dallamministratore di sostegno di una dipendente della Regione Puglia afflitta da problemi di salute,  incaricato di fare un estratto del conto su cui veniva accreditato il suo stipendio, poiché la donna per un periodo piuttosto lungo era stata sottoposta cure e ricoverata in terapia intensiva. Risultò che, tra luglio e dicembre del 2012, erano stati effettuati alcuni prelievi “sospetti” dal suo conto, aperto presso la Filiale di Piazza Mazzini del Banco di Napoli, per una cifra di quasi 14mila euro. Sulle distinte, era inoltre apposta la sua firma.

Nello specifico, Daniela Salamanca, secondo la Procura, avrebbe prelevato con la falsa firma della signora malata, la cifra complessiva di 4.900 euro. Rita Giannetti è accusata di un ammanco di 5.700 euro e di false distinte. Ad Alberto Melica è, invece, addebitato un solo prelievo di 3.000 euro.