
Una presunta “furbetta” del reddito di cittadinanza, indagata per non avere dichiarato le vincite con i giochi online per oltre 300 mila euro, denuncia l’ex compagno.
Nei mesi scorsi, F.A.I., 30enne, residente a Carmiano, era stata raggiunta da un avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini, con l’accusa di false dichiarazioni in merito alle condizioni reddituali del proprio nucleo familiare. In seguito, assistita dall’avvocato Ilario Manco, ha chiesto di essere interrogata, chiarendo dinanzi ai finanzieri, di essere all’oscuro di tutto. Non solo, poiché la donna ha denunciato l’ex compagno per sostituzione di persona e maltrattamenti. La 30enne sostiene nella denuncia che l’uomo utilizzava i documenti della ex per aprire i conti on line e usufruire delle somme di denaro vinte. E poi, afferma che l’avrebbe maltrattata in varie occasioni, arrivando anche a cacciarla di casa.
F.C., 33 anni di Carmiano, in seguito, è stato iscritto dal pm nel registro degli indagati.
Riguardo la posizione della 30enne, che come detto è stata raggiunta nei mesi scorsi da un avviso di conclusione delle indagini, secondo l’accusa avrebbe reso false dichiarazioni in merito alle condizioni reddituali del proprio nucleo familiare, nelle domande presentate negli anni 2019 e 2020. In particolare, la 30enne presentava, il 12 febbraio del 2019, l’attestazione ISSE rilasciata dall’INPS (valida fino al 31 dicembre) con cui autocertificava una situazione economica pari a 2.191,60 euro. E soprattutto, non avrebbe dichiarato di avere percepito, nel 2018, vincite da conti gioco per un ammontare complessivo di 311.778,31 euro.
Lo stesso copione sarebbe stato messo in atto nel 2020. L’indagata, ritiene sempre l’accusa, avrebbe presentato una nuova domanda, con una attestazione ISEE del 26 gennaio del 2020 (valida fino al 31 dicembre), autocerticando una situazione reddituale pari a 1.890,40 euro.
La 30enne, in sostanza, attraverso le suddette false dichiarazioni, avrebbe beneficato, secondo l’accusa, da maggio a dicembre 2019, del reddito di cittadinanza corrisposto dall’INPS pari a 6.029,36 e nel periodo, tra gennaio e dicembre del 2020, dell’importo complessivo di 7.808,11 euro.
Alla luce dell’interrogatorio reso dalla donna, il pm potrebbe chiedere l’archiviazione dell’inchiesta.