Avrebbero copiato l’elaborato durante l’esame di avvocato, il Consiglio dell’Ordine dice no alla sospensione


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Solo una lieve sanzione per i presunti “avvocati copioni” coinvolti in una lunga vicenda giudiziaria.

La Commissione disciplinare dell’Ordine degli Avvocati, in composizione collegiale e competente per i candidati della Provincia di Lecce, ha disposto “l’avvertimento” (un richiamo a non ricadervi) per chi era stato condannato o aveva ottenuto la messa alla prova. Scongiurata quindi per gli aspiranti avvocati la sospensione o la cancellazione dall’ordine, nonché la “censura”.  Invece, per chi era stato assolto in primo grado, è stato deciso il “non luogo a procedere”. Tutti potranno così regolarmente partecipare a un concorso pubblico e accedere alla professione. La decisione è stata presa nel pomeriggio odierno, ma bisognerà attendere per le motivazioni.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Ivana Quarta, Luigi Covella, Antonio De Mauro, Luigi Rella, Cristiano Solinas, Anna Inguscio, Federico Pellegrino, Vincenzo Venneri, Francesco Fasano, Marco Caracuta, Davide Pastore, Romeo Russo e Fabrizio Lamanna.

Il processo

Si è concluso con 14 condanne ed 8 assoluzioni, il processo con rito ordinario.

Il giudice monocratico Silvia Saracino nei mesi scorsi ha inflitto tra i 2 ed i 4 mesi nei confronti di 14 imputati (provenienti dalle province di Lecce, Brindisi e Taranto). Soprattutto, il giudice ha disposto la sospensione della pena e la non menzione della condanna.

Assolti, invece, “perché il fatto non sussiste”, gli altri 8 imputati.

Invece, altri 70 circa, avevano chiesto la sospensione del provvedimento e l’accoglimento della cosiddetta “messa alla prova” che, in poche parole, consiste in un periodo di lavori di pubblica utilità. L’istanza è stata accolta, consentendo l’estinzione del reato e la partecipazione al concorso pubblico.

Altri due imputati hanno invece scelto il rito abbreviato, uno di essi è stato assolto; l’altro ha ottenuto la messa alla prova.

Ai presunti “copioni”, era stata contestata la violazione dell’articolo 1 della legge 475 del 1925, che punisce chiunque “utilizzi elaborati non propri”.

Secondo l’accusa, (l’inchiesta venne condotta dal procuratore capo Cataldo Motta), 103 aspiranti avvocati durante la prova scritta del dicembre 2012 per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione forense, avrebbero presentato un testo quasi identico. Tant’è che la Corte di Appello di Catania, incaricata della correzione delle verifiche dei candidati del distretto di Lecce, che comprende anche Brindisi e Taranto, ne rispedì al mittente 103.