Processo “case popolari” con rito abbreviato. La Procura chiede tre condanne e due assoluzioni

Dinanzi al gup Edoardo D’Ambrosio, si è tenuta la requisitoria dei pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci. La sentenza è prevista al termine dell’udienza del 28 gennaio.

La Procura invoca tre condanne nel corso del processo con rito abbreviato, per laffaire case popolari”. Dinanzi al gup Edoardo DAmbrosio, i pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci, al termine della requisitoria, hanno invocato la pena di: 3 anni per Sergio Marti, 45 anni di Lecce (abbreviato condizionato allascolto di un testimone); 3 anni e 4 mesi per Stefano Armenta, 58enne leccese; 3 anni e 6 mesi per Serena Cervelli, 33 anni leccese.

Il pm ha invece incocato l’assoluzione per Ilaria Decimo, 42enne di Lecce e per Vincenzo Specchia, 65enne di Lecce.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Luigi Corvaglia ed Arcangelo Corvaglia, Andrea Sambati, Antonio Savoia, Germana Greco.

Risultano “parte civile”, anche in questo procedimento: il Comune di Lecce e Arca Sud, ex Iacp, assistita dallavvocato Anna Grazia Maraschio.

La sentenza è prevista al termine dell’udienza del 28 gennaio.

Ricordiamo che, intanto, è in corso il processo ordinario a carico di 36 persone, tra cui numerosi personaggi “eccellenti” della vita politica leccese.

Le accuse

Vincenzo Specchia, segretario generale del Comune di Lecce, è accusato di abuso dufficio e falso ideologico in atto pubblico, in concorso con altri imputati. Avrebbe, nel marzo del 2015, avallato lassegnazione di un alloggio parcheggio ad un residente del Quartiere Stadio, sottraendolo alla graduatoria ordinaria. Ance se, come detto, la Procura ha invocato l’assoluzione.

Sergio Marti, invece, risponde di abuso di ufficio ed occupazione abusiva di alloggio pubblico. Secondo laccusa, nel novembre del 2014, avrebbe ottenuto lillegittima assegnazione un alloggio popolare, in favore di una terza persona, grazie allaiuto di Luca Pasqualini (allepoca Addetto allUfficio Casa).

Ilaria Decimo, Presidente del Comitato Territoriale di Lecce della Croce Rossa, risponde di abuso di ufficio, assieme ad Attilio Monosi, Assessore allEdilizia Residenziale Pubblica e Pasquale Gorgoni, Funzionario dellUfficio Patrimonio. In qualità di Presidente, avrebbe ottenuto (senza alcuna procedura di evidenza pubblica) nel 2014, un immobile di viale Grassi, tra quelli confiscati alla Mafia che dovevano essere utilizzati per far fronte a situazioni di emergenza abitativa.

Anche in questo caso, il pm ha invocato l’assoluzione.

Stefano Armenta risponde, in concorso con Attilio Monosi, di corruzione in atti contrari al dovere dufficio. Il 58enne leccese, considerato dagli inquirenti un “collettore di voti”, avrebbe ottenuto per un suo conoscente, lassegnazione illecita di un alloggio popolare. In cambio, avrebbe promesso il voto per i candidati sostenuti dal Monosi, in occasione delle elezioni europee del 2014.

Serena Cervelli, infine, risponde di corruzione per atti contrari al dovere dufficio, corruzione elettorale e falso ideologico, in concorso con Monosi, Gorgoni e Paolo Rollo (Dirigente dellUfficio Casa). Limputata, sino al maggio del 2015, avrebbe promesso il voto in cambio dellassegnazione di un alloggio parcheggio.



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