Incendio al mercato di Settelacquare, finisce sotto processo il clochard accusato del rogo


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Finisce sotto processo, il clochard 45enne di Lecce accusato dell’incendio di quattro box nel mercato comunale di Settelacquare, la sera dell’8 marzo scorso.

Il gip Cinzia Vergine ha emesso il decreto di giudizio immediato nei confronti di Sandro Russo, accogliendo l’istanza del pubblico ministero Maria Vallefuoco. Dovrà presentarsi il 26 giugno, dinanzi al giudice monocratico Fabrizio Malagnino per l’inizio del processo. Nei prossimi 15 giorni il difensore dell’imputato, l’avvocato Stefano Maggio, potrebbe però avanzare richiesta di rito alternativo (abbreviato o patteggiamento).

Russo risponde dell’ipotesi di reato d’incendio aggravato, perché commesso in danno di edificio pubblico. Nel decreto, compare come parte offesa il Comune di Lecce.

L’udienza di convalida del fermo

«Avevo freddo e ho deciso di riscaldarmi dando fuoco ad un divano abbandonato». Si è giustificato così, durante l’udienza di convalida del fermo. Come ha raccontato al Gip, durante l’interrogatorio nel Carcere di Lecce, questi non aveva alcuna intenzione di scatenare un inferno, ma la situazione gli è sfuggita di mano, perché aveva bevuto un potroppo e non è riuscito a contenere le fiamme che hanno assunto dimensioni considerevoli. Russo, ha anche dichiarato di aver fatto tutto da solo.

Il Giudice ha poi convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere.

Il clochard è stato incastrato dalle immagini di una telecamera di videosorveglianza che ha immortalato l’accaduto. Nei frame si nota il 45enne entrare in un box e poi uscire prima che scoppiasse il rogo.

In fumo, quella notte, sono andati quattro box della struttura e le fiamme avrebbero danneggiato alcuni spazi prospicienti. Solo l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, avrebbe evitato che venisse distrutta l’intera struttura. Ad ogni modo, le indagini proseguono per tentare di capire se si sia trattato soltanto di una coincidenza o se dietro l’azione del clochard vi sia stata la mano di qualcun altro. L’incendio si è verificato poco dopo la decisione di Palazzo Carafa di trasferire gli ambulanti di piazza Libertini.