Processo Bcc di Terra d’Otranto, la Procura chiede 8 anni e 6 mesi per ex sindaco di Carmiano

Tra i sei imputati compare, infatti, Giancarlo Mazzotta, 53 anni, nelle vesti, all’epoca dei fatti, risalenti al 2014, di socio ed amministratore di fatto della banca.

La Procura invoca sei condanne nel processo sui presunti illeciti per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, del maggio 2014.

Le richieste

Il pm Carmen Ruggiero, al termine della requisitoria di questa mattina, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi, a latere Giovanna Piazzalunga ed Elena Coppola) ha invocato 8 anni e 6 mesi di reclusione per l’ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, 53 anni, all’epoca dei fatti socio ed amministratore di fatto della banca. E ancora, 3 anni per Ennio Capozza, 68 anni di Lecce, nelle vesti, all’epoca dei fatti, di visurista a contratto per la banca; 5 anni e 6 mesi per Luciano Gallo, 54 anni di Martano; 4 anni per Saulle Politi, 51 anni di Monteroni; 6 anni e 6 mesi per Giovanni Mazzotta, 58 anni di Monteroni, detto “Gianni Conad” e 2 anni e 6 mesi per Maria Grazia Taurino, 58 anni di Carmiano, addetta ai mutui. Il pm ha però chiesto per Giancarlo Mazzotta e per Giovanni Mazzotta  l’assoluzione dal reato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

Il pubblico ministero Carmen Ruggiero, nel corso della requisitoria, ha ripercorso le varie tappe dell’inchiesta sul rinnovo, nel mese di maggio del 2014, del consiglio d’amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d’Otranto che sarebbe stato condizionato, secondo l’accusa, da ingerenze della Sacra Corona Unita.

Le accuse

Gli imputati rispondono, a vario titolo ed in diversa misura, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, tentata concussione.

Sempre in mattinata, hanno preso la parola gli avvocati delle parti civili. Si tratta dell’ex deputato di Alleanza Nazionale Achille Villani Miglietta (sarebbe stato accusato ingiustamente da alcuni imputati), assistito dall’avvocato Carlo Gervasi e di Giulio Ferrieri Caputi, il competitor di Dino Mazzotta per ottenere, all’epoca dei fatti, la Presidenza della banca, difeso dall’avvocato Gianluca D’Oria.

Nelle prossime udienze del 9 e 23 ottobre, si terranno le arringhe difensive. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Pantaleo Cannoletta, Andrea Sambati, Massimo Bellini, Luigi e Roberto Rella, Carlo Sariconi, Laura Minosi, Federico Martella, Ladislao Massari, Antonio Savoia, Stefano Pati, Francesco Pino.

Al sindaco di Carmiano viene contestato di aver favorito il fratello Dino per ottenere la presidenza a scapito dell’altro concorrente Giulio Ferrieri Caputi. In che modo? Attraverso svariate false autenticazioni delle firme dei soci per votare per la lista capeggiata da Dino Mazzotta.

L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi Salentina.

I fatti contestati (fino al 2014), occorre ricordare, si riferiscono al vecchio consiglio di amministrazione della banca.

In un’altra udienza del processo, inoltre, è stato ascoltato in aula il collaboratore di giustizia, Tommaso Montedoro. Il pentito, assistito dall’avvocato Sergio Luceri, ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni riportate nei verbali depositati in aula dal pm Ruggiero, nella prima udienza. In particolare, di un incontro avvenuto in passato a Casarano con il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta. Il motivo del presunto appuntamento? Un prestito bancario per l’apertura di un centro commerciale nel Basso Salento, in cambio dell’appoggio in campagna elettorale. In realtà, come riferito dallo stesso pentito, dell’affare non se ne fece più niente.

Giancarlo Mazzotta, in altre udienze, è stato a sua volta ascoltato in aula ed ha smentito categoricamente di avere conosciuto e addirittura incontrato, Tommaso Montedoro.



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