Nonostante la pesca dei datteri di mare sia stata vietata da tempo per limitare i gravi danni ambientali derivanti dall’impiego di attrezzi utilizzati per spaccare la roccia immersa e raccogliere il dattero, in molti se ne infischiano del divieto. Soltanto l’attenta e costante attività di osservazione degli uomini della Guardia Costiera riesce ad arginare il fenomeno.
Così, i militari dell’Ufficio Locale Marittimo di Torre Cesarea e della Capitaneria di porto di Gallipoli sono riusciti a documentare la pesca del “dattero di mare” condotta da un cittadino neretino nelle acque antistanti la penisola della Strea del Comune di Porto Cesareo.
La condotta illecita del pescatore è stata accuratamente monitorata grazie alle telecamere di videosorveglianza dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo di recente installazione, e che già in passato hanno consentito di scoprire e sanzionare comportamenti illegittimi. Tutti i movimenti e i luoghi dove, di volta in volta, il trasgressore spostava il recipiente contenente circa cinque chilogrammi di datteri di mare, al fine di occultarlo, sono rimasti impressi nei filmati.
All’arrivo della pattuglia via terra, il pescatore, totalmente ignaro di essere stato filmato, ha pensato bene di non confermare la proprietà del pescato. Inoltre, all’atto del controllo il trasgressore ha tentato di sottrarsi al fermo fuggendo a bordo del proprio furgone. In breve tempo, però, i militari sono risaliti all’identità del soggetto che è stato ritracciato presso la propria residenza.
Inevitabilmente, su conforme avviso del magistrato di turno, si è proceduto alla perquisizione del mezzo utilizzato dall’uomo per dileguarsi, all’interno del quale sono stati rinvenuti e sequestrati tutto l’equipaggiamento subacqueo e l’attrezzatura atta a frantumare la roccia.
Il trasgressore è stato denunciato in stato di libertà non solo per reati derivanti dalla pesca del dattero di mare, ma anche per reati ambientali relativi alla distruzione e deturpamento di bellezze naturali site nell’Area Marina Protetta, nonché per resistenza a pubblico ufficiale.