Erano accusati di ben tredici rapine nel Basso Salento, tra il 2011 ed il 2013. Al termine del processo, il Gup Cinzia Vergine ha condannato tre imputati, mentre per gli altri due è arrivata la sentenza di assoluzione.
Nello specifico, sono stati inflitti, per il reato continuato di rapina aggravata, ma assolvendolo per alcuni episodi ed escludendo la recidiva: 8 anni e 2 mesi a Daniele Deiana, 26enne, (il pm ha invocato 15 anni); 3 anni ed 8 mesi nei confronti di Andrea Minicozzi 31enne (chiesti 12 anni) e 3 anni e 5 mesi (richiesta di 6 anni) a Davide Bruno, 30enne, con le attenuanti generiche.
I tre imputati, tutti di Ugento, sono assistiti dagli avvocati Francesco Fasano, Sonia Mascia Cavalera e Donata Perrone.
Il gup Vergine ha assolto “per non aver commesso il fatto”: Salvatore De Gaetani, 33enne e Vincenzo Minicozzi, 28enne di Ugento. Entrambi erano gli arresti domiciliari, ma il giudice ne ha disposto la scarcerazione. Sono difesi dall’avvocato Mario Coppola, che ha espresso soddisfazione per l’esito del processo, poiché, “le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Donato Parrotto risultano smentite da vari fatti di prova”.
Le motivazioni della sentenza sono previste entro il termine di 90 giorni.
Per Donato Parrotto, 45enne di Casarano, difeso dall’avvocato Salvatore Abate, si discuterà il patteggiamento nel mese di gennaio del 2018.
I quattro presunti autori degli assalti armati a farmacie, supermercati, uffici postali, tabaccherie e distributori di benzina furono arrestati il 24 marzo 2016 dai Carabinieri della Compagnia di Casarano, insieme ai colleghi del Nucleo Operativo Radiomobile (Parrotto e Bruno erano indagati a piede libero). Vennero eseguite quattro ordinanze di misure cautelari in regime di arresti domiciliari, emesse dal gip Alcide Maritati, su richiesta del pubblico ministero Roberta Licci.
I fatti contestati si sarebbero verificati nell’arco temporale di appena due anni, dal 2011 al 2013. Gli obiettivi erano studiati a tavolino in base a quanto potevano “fruttare”: ad una famiglia di imprenditori di Ugento, bloccati mentre stavano per salire in auto, ad esempio, hanno ‘spillato’ 17mila euro.
Le indagini
Anche il modus operandi era stato pianificato nei minimi dettagli: i quattro rubavano un’auto qualche giorno prima di compiere la rapina, che poi abbandonavano in località isolate. Inoltre, alternavano i colpi, tant’è che l’operazione è stata denominata «stop and go».
La svolta nelle indagini, avviate nel 2011, è arrivata l’anno successivo quando sfumò una rapina ai danni di una tabaccheria a Melissano. I banditi erano pronti ad entrare in azione, quando hanno “incrociato” per caso un’auto di servizio. Era troppo rischioso portare a termine il piano e così preferirono scappare a piedi. Durante la fuga, uno dei rapinatori, per evitare di essere riconosciuto abbandonò per strada guanti, passamontagna e persino una maglietta. Gli uomini in divisa, però, avevano già recuperato tutto. Stessa cosa per la macchina usata per il colpo. È bastato osservare meticolosamente i filmati delle telecamere di videosorveglianza per risalire ad uno degli autori. Il primo a “cadere”, insomma, fu Donato Perrotto, divenuto poi il” grande accusatore”.