Una criminalità organizzata sempre più orientata alla ricerca di intese con il mondo dell’imprenditoria e delle amministrazioni locali con le quali poter avviare accordi con finalità prioritariamente di riciclaggio.
È questo quanto emerge dalla relazione semestrale – gennaio÷giugno 2022 – della Direzione Investigativa Antimafia relativa a Lecce e la sua provincia.
Le investigazioni, infatti, hanno confermato la tendenza delle corporazioni salentine ad adottare nuove strategie di investimento dei profitti accumulati illecitamente anche tramite il condizionamento del potere decisionale degli enti locali.
In tale ambito, il clan Coluccia avrebbe dimostrato la capacità di conseguire i propri obiettivi criminali mediante “l’asservimento della funzione pubblica ai desiderata mafiosa con la compiacenza di pubblici amministratori che si rivolgono all’associazione mafiosa per ottenere l’appoggio necessario al perseguimento dei propri interessi”. È ciò che emerge nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita il 7 febbraio 2022 nell’ambito dell’inchiesta “Insidia” che mette in luce l’infiltrazione di tipo mafioso all’interno dell’amministrazione comunale di Neviano, evidenziando un sinallagma criminale imbastito sullo scambio elettorale politico-mafioso. Le forme di pressante ingerenza hanno così condizionato l’ente locale, compromettendone il buon andamento e l’imparzialità, tanto da essere colpito dal provvedimento di scioglimento decretato dal Presidente della Repubblica il 5 agosto 2022. Ulteriore conferma a tale si agli esiti dell’indagine “Morfeo”, conclusa dai Carabinieri il 20 aprile 2022, che hanno documentato come alcuni pubblici amministratori di enti locali leccesi non avrebbero disdegnato regalie in cambio dell’assegnazione di servizi e appalti pubblici a favore, tra gli altri, di soggetti appartenenti a gruppi criminali. Dalle investigazioni sarebbe emersa la piena operatività del clan Moccia radicato di Afragola “attraverso la gestione monopolistica violenta di interi settori imprenditoriali e commerciali” hanno interessato anche la regione Puglia. Proprio qui un pubblico ufficiale avrebbe agevolato i rapporti del sodalizio partenopeo con esponenti politici ed imprenditori locali operanti nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti al fine di favorire l’inserimento delle aziende del “braccio economico del clan nel servizio di raccolta oli esausti in diversi territori comunali delle province pugliesi”.
I sodalizi operanti nella città di Lecce
Nella città di Lecce rimane alta l’attenzione degli investigatori sul sodalizio criminale Briganti. Nell’ambito dell’operazione “Game Over” eseguita l’8 aprile 2022 la Polizia di Stato avrebbe dimostrato come il capo indiscusso della consorteria sia stato in grado di gestire dal carcere le attività illecite del clan, documentando anche l’affiliazione dei nuovi sodali con i rituali tipici delle organizzazioni criminali di stampo mafioso e le promozioni degli affiliati già appartenenti alla sacra corona unita. Oltre alle estorsioni ai danni degli ambulanti e di attività commerciali, il clan era dedito al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti curando direttamente tutta la filiera criminale: dall’acquisto in Albania, all’importazione, allo stoccaggio, al confezionamento e alla distribuzione finale ai pusher. Sono state altresì contestate numerose estorsioni attuate, anche con la minaccia di armi, in danno di ambulanti in occasione degli incontri del Lecce Calcio, concerti e sagre, oltre che nella gestione dei parcheggi abusivi durante lo svolgimento di spettacoli ed eventi socio/sportivi. Oltre ai Briganti, risulterebbe operativo il gruppo criminale Pepe-Penza.
La provincia
Nei Comuni della provincia, il clan Tornese di Monteroni, sebbene indebolito dalle inchieste giudiziarie, continua ad operare dedicandosi prevalentemente al traffico delle sostanze stupefacenti e al racket delle estorsioni. Di recente, avrebbe anche esteso la sua influenza nei Comuni di Campi Salentina e Squinzano già controllati dagli storici boss della sacra corona unita De Tommasi-Pellegrino.
Nella parte nord-occidentale della provincia e nella città di Nardò, recenti risultanze investigative hanno evidenziato l’operatività di due persone appartenenti a un clan mafioso il cui capo storico, nonostante lo stato di detenzione, risulterebbe ancora un punto di riferimento per i gruppi attivi nel Comune neretino e in quello di Galatone. Ciò si evince anche dagli esiti dell’inchiesta “Blend” conclusa dalla Polizia di Stato il 13 aprile 2022 e che, nel settore degli stupefacenti, ha svelato un collaudato modus operandi fondato sulla “particolare accortezza che essi utilizzavano nelle loro comunicazioni e la conoscenza degli aspetti tecnici delle intercettazioni fossero la conferma della loro dedizione in modo professionale e duraturo alle attività illecite tanto da avere maturato significativa esperienza in quell’ambito”. A Casarano e Melissano162 la struttura criminale appare frammentata in più gruppi composti da ex affiliati al sodalizio Potenza-Montedoro già indebolito dalle continue lotte intestine e fiaccato dalle incisive operazioni di polizia. Su questi territori il gruppo Troisi sembrerebbe aver esteso la sua emergente influenza criminale.
Sbarchi
Nel semestre di riferimento la costa salentina è stata interessata dal fenomeno degli sbarchi clandestini di cittadini stranieri di varia etnia che, attraversando il Canale d’Otranto con potenti gommoni e imbarcazioni a vela, raggiungono il territorio italiano. Il luogo di approdo più frequentemente utilizzato dagli scafisti è la costa del basso Adriatico e, in particolare, il litorale che da San Cataldo si estende fino Santa Maria di Leuca; saltuari invece gli sbarchi sulle coste joniche. In questo ambito, l’operazione “Astrolabio”, conclusa dalla Guardia di finanza il 19 gennaio 2022, ha messo in evidenza l’operatività di un’organizzazione internazionale dedita al traffico di migranti verso le coste salentine utilizzando un collaudatissimo sistema di pagamento, denominato “Hawala”, basato su una globale rete di mediatori e garanti attivi anche in tutta l’Unione Europea, di difficilissima tracciabilità risulta pressoché impossibile. L’organizzazione, strutturata su quattro diverse cellule composte da cittadini stranieri in prevalenza siriani, riusciva a conseguire ingenti profitti dal traffico di esseri umani provenienti da vari continenti facendoli giungere, attraverso la Turchia, la Grecia e l’Albania, sulle coste salentine e da queste dirottati verso altri Paesi europei.
Traffico di droga
Nel periodo in esame, il traffico di stupefacenti nella provincia di Lecce si conferma il business più appetibile per le locali consorterie, come documentato anche dall’inchiesta “Bansky”, conclusa dalla Polizia di Stato il 12 maggio 2022 e che ha riguardato anche l’Olanda, la Spagna e la Lituania. Al vertice dell’organizzazione criminale figurava un pregiudicato italiano che, spacciandosi per titolare di una nota galleria d’arte ad Amsterdam, rivestiva il ruolo di broker intrattenendo rapporti con vari narcotrafficanti di elevata caratura tra i quali un latitante salentino. Sempre nell’ambito del contrasto agli stupefacenti viene evidenziato il recentissimo ordine di carcerazione eseguito dalla Dia il 29 novembre 2022 nei confronti di 27 persone (21 italiani e 6 albanesi) all’esito dell’indagine “Federico II”, avviata nell’agosto del 2012 e che aveva già portato alla disarticolazione di due distinte organizzazioni una delle quali di stampo mafioso e dedita alle estorsioni e al traffico di sostanze stupefacenti mentre l’altra, a composizione italo-albanese, dedita all’importazione dall’Albania di ingenti quantitativi di eroina. L’esecuzione del provvedimento è stata eseguita con il supporto della Rete Operativa @ON, network per il rafforzamento della cooperazione transnazionale delle forze di Polizia aderenti, della quale la DIA è Project Leader.
Incendi e intimidazioni
Nel periodo in esame sono stati registrati diversi atti incendiari, dinamitardi ed intimidatori anche con l’utilizzo di armi da fuoco, ai danni di beni mobili e immobili1 verosimilmente riconducibili ad attività estorsive.
Reati contro il patrimonio
Nell’intero territorio salentino permangono elevati anche i reati contro il patrimonio, spesso connessi con i furti di pannelli solari/fotovoltaici e dei cavi di rame.
Accumulo di capitali illeciti
Nell’ambito del contrasto all’accumulazione di capitali illecita, la Dia ha eseguito il 14 aprile 2022 un decreto di sequestro di beni nei confronti di un pregiudicato condannato per commercio di prodotti contraffatti e ricettazione, nonché per l’eclatante furto messo a segno nel 2018 nel caveau di un’agenzia bancaria di Lecce. Tale provvedimento è scaturito dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla Direzione Investigativa Antimafia il 16 marzo 2022 in forma congiunta con la Procura e il Questore di Lecce Andrea Valentino.