La strana morte del colonnello Renzo Rocca


Condividi su

27 giugno 1968. Il colonnello Renzo Rocca si trova nel suo ufficio nel cuore di Roma, quando alza la cornetta del telefono e chiama il suo successore al Rei, l’ ufficio ricerche economiche e industriali ai tempi del Sifar. Le lancette dell’orologio avevano appena segnato le 14.15. I due si danno appuntamento in un bar non lontano dalla stazione termini per il pomeriggio. Annota l’orario sull’agenda, 17.30, e chiama il suo autista, un ex carabiniere, per raccomandarsi di essere puntuale. All’appuntamento Rocca non arriverà mai. Quando la segretaria torna in ufficio dopo la pausa per il pranzo, trova il corpo senza vita del colonnello nella sua stanza di quell’appartamento all’ottavo piano di una delle migliori vie del centro di Roma.. Accanto, una pistola di lusso di piccolo calibro, una Beretta con la canna dorata e l’ impugnatura di madreperla. Sono le 17.30.

Suicidio, sembra suggerire questo la drammatica scena, ma perché il Colonnello avrebbe dovuto togliersi la vita a soli 58 anni lasciando una bella famiglia, una moglie e due figli? Toccherà alle forze dell’Ordine rispondere alla domanda, ma ancor prima della polizia, nell’ufficio di Rocca arrivano i servizi segreti in borghese che controllano con attenzione tutti i documenti, le carte, le agende.

Basta poco per andare fino in fondo alla vicenda. Nonostante il comportamento del Colonnello (perché avrebbe fissato un appuntamento se aveva intenzione di spararsi?), nonostante la prova del guanto di paraffina, prima positiva e poi negativa, nonostante i dubbi del primo magistrato a cui è affidata l’inchiesta, immediatamente rimosso, il fascicolo è stato archiviato come suicidio. E allora perché qualcuno continua a parlare di morte misteriosa, di misteri, di intrighi tinti di giallo? Ogni tanto queste vecchie storie rimaste chiuse in un cassetto, appese al filo dei sospetti, vengono rispolverate per cercare di rispondere a tanti interrogativi che hanno lasciato in sospeso. Il tempo è passato ma restano sempre domande senza risposta.

Il motivo di tanto interesse è semplice. Il nome di Rocca è legato ad alcuni degli scandali più noti degli anni ’60, in un epoca della storia di Italia ricca di intrighi. Basti pensare che il 28 giugno ’66, giorno del suo allontanamento, voluto dal capo di Stato maggiore della Difesa, consegna almeno un migliaio di cartelle scritte a macchina nelle quali sosteneva di aver agito per ordine del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio e dei ministri degli Interni, degli Esteri e della Difesa e per conto dei servizi segreti. Non solo, di lì a poco doveva essere interrogato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul Piano Solo.

Il 2 luglio del ’68, ai funerali del colonnello nella basilica di San Lorenzo, c’è tanta gente ma nessuna delle persone ‘influenti’ che ha conosciuto durante la sua lunga carriera. Suicidio, questo è stato detto, ma nessuno ancora è riuscito mai a rispondere alla domanda che forse avrebbe potuto scrivere la parola fine. Perché è morto?