
La Corte di Appello accoglie l’istanza di ricusazione della Procura, riguardante il gup Vincenzo Brancato, in relazione all’udienza preliminare sulla Banca di Credito Cooperativo Terra d’Otranto.
In mattinata, si è tenuta la discussione in presenza delle parti. Hanno preso la parola, il vice procuratore generale Salvatore Cosentino che ha chiesto la ricusazione del giudice. Il motivo? Una parentela con un socio del consiglio di amministrazione della banca, potenziale parte offesa nel processo. Invece, il collegio difensivo si è rimesso alla decisione della Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia). Al termine della Camera di Consiglio, i giudici hanno deciso di accogliere la richiesta della Procura. Nei prossimi giorni, verranno depositate le motivazioni della decisione.
L’udienza preliminare
Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, invocando l’articolo 36 lettera e (se alcuno dei prossimi congiunti è offeso o danneggiato dal reato o parte privata) ha chiesto la ricusazione del gup Vincenzo Brancato. Quest’ultimo aveva in precedenza presentato una lettera al Presidente del Tribunale, con cui sosteneva di volersi astenere, ma per le indebite pressioni ricevute. L’udienza venne rinviata al 12 febbraio per il concomitante sciopero degli avvocati ed in quella data (a prescindere dalle decisioni del Tribunale) subentrerà un nuovo giudice, poiché il dr. Brancato dovrebbe nel frattempo lasciare l’ufficio Gup.
Sempre in quella sede dovrebbe essere ribadita dalla Procura la richiesta di acquisizione agli atti del processo del verbale del neo-collaboratore di giustizia, Tommaso Montedoro. Il giudice, con apposita ordinanza in una udienza scorsa, aveva sottolineato come non fosse possibile la suddetta acquisizione. La decisione, oltre che da questioni procedurali, sarebbe stata dettata dai dubbi sull’attinenza delle dichiarazioni di Montedoro con il processo in corso.
Il pentito, nelle settimane scorse, ha riferito agli inquirenti di un incontro avvenuto in passato a Casarano con il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta. Il motivo dell’appuntamento? Un prestito bancario per l’apertura di un centro commerciale nel Basso Salento (assieme a dei soggetti calabresi), in cambio dell’appoggio in campagna elettorale. Il sindaco Mazzotta, attraverso il proprio legale Pantaleo Cannoletta, ha già smentito categoricamente di avere mai conosciuto e addirittura incontrato, Tommaso Montedoro.
L’inchiesta
La Procura di Lecce, nei mesi scorsi, ha chiuso l’inchiesta sul rinnovo del consiglio d’amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d’Otranto, condizionato secondo l’accusa, da presunte ingerenze della Sacra Corona Unita.
L’avviso di conclusione vede coinvolte dieci persone. I fatti (fino al 2014), occorre ricordare, si riferiscono al vecchio consiglio di amministrazione della banca.
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, violenza privata, tentata concussione.
L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi Salentina.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Paolo Spalluto, Massimo Bellini, Luigi e Roberto Rella, Carlo Sariconi, Antonio Savoia, Laura Minosi, Salvatore Pino, Paolo Pepe, Roberto Ruggiero.