Il Riesame dice no al carcere per Fiorito e i due fratelli Coluccia, dopo il pronunciamento della Cassazione. Una decisione “nel merito” quella presa in mattinata dai giudici del Tribunale della Libertà (Presidente Silvio Piccinno, relatrice Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto) che hanno rigettato l’Appello della Procura.
Antonio Coluccia, detto “Bullo”, 60enne di Noha, il fratello Michele Coluccia, 58enne e Giuseppe Salvatore Fiorito, 51enne di Cutrofiano sono assistiti dagli avvocati Luigi Greco, Donato Sabetta, Francesco Vergine, Pantaleo Cannoletta.
Già nei mesi scorsi, il fascicolo era tornato al Riesame per un vizio formale. In quel caso, dopo un primo Appello del pm, era stato confermato il carcere per tutti e tre.
Antonio, Michele e Luigi Otello Coluccia, assieme a Giuseppe Salvatore Fiorito erano ritenuti dalla Procura a capo dell’associazione mafiosa smantellata a seguito dell’operazione “Contatto”.
Dopo gli arresti del settembre del 2017, fu accolta l’istanza del pm che aveva chiesto la misura del carcere per i fratelli Coluccia e Fiorito, impugnando l’ordinanza di custodia cautelare del Gip. Il Riesame rigettò, invece, l’appello per Luigi Otello Coluccia, detto Gigetto, 71enne, per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza .
Intanto, nel dicembre scorso, il gup Antonia Martalò al termine del rito abbreviato ha inflitto: 8 anni a Michele Coluccia e Giuseppe Salvatore Fiorito, mentre Luigi Otello Coluccia è stato assolto (chiesti 16 anni). Invece, la posizione di Antonio Coluccia sarà discussa nel corso del processo con rito ordinario.