Ennesimo rinvio del processo Tap. Il nuovo giudice fissa un’udienza straordinaria per accelerare i tempi

Le accuse contestate a vario titolo agli imputati sono quelle di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico.

Arriva un nuovo rinvio del processo nei confronti degli esponenti della società Tap. Nella mattinata di oggi, si è tenuta un’altra udienza, dinanzi al giudice Maria Francesca Mariano che ha accolto l’istanza della difesa. I legali hanno infatti evidenziato come l’avviso di anticipazione al 10 novembre (inizialmente fissata per 9 febbraio) non fosse stato notificato a tutti gli imputati ed a un difensore. Il giudice Mariano ha fissato un’udienza straordinaria ed ha rinviato al 12 dicembre quando verranno affrontate le questioni preliminari.  Nell’ultima udienza a celebrare il processo c’era il giudice monocratico Pietro Errede che sarebbe però risultato incompatibile con un difensore. Si tratta del magistrato indagato nell’inchiesta della Procura di Potenza che vede iscritti nel registro degli indagati anche quattro avvocati, tre commercialisti ed una cancelliera, con la accuse, a vario titolo, di corruzione e turbativa d’asta.

Ritornando al processo sul gasdotto Tap, ricordiamo che sul banco degli imputati compaiono, tra gli altri, i vertici di Tap e i manager della Saipem, la società appaltatrice per i lavori di costruzione del micro tunnel.

Le accuse contestate a vario titolo agli imputati sono quelle di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico.

Le accuse

Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal pm Alessandro Prontera,  le opere per la realizzazione del gasdotto sarebbero state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di Impatto Ambientale e “su aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico”. Insomma, su zone agricole dichiarate di “notevole interesse pubblico”. I lavori, inoltre, si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie.

Non solo, poiché si fa riferimento anche all’espianto degli ulivi in località «Le Paesane» (gli alberi secondo la Procura sono stati “spostati” in un periodo diverso da quello autorizzato) e all’inquinamento della falda acquifera a pochi passi dal cantiere, causa una mancata o incompleta impermeabilizzazione.

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Paola Severino (ex Ministro della Giustizia), Francesco Paolo Sisto, Roberto Eustachio Sisto, Angelo Nanni, Andrea Sambati, Luigi Covella, Federico Massa, Anna Luigia Cretì, Gianluigi Manelli, Michele Laforgia e Valentina Quarta.

Le parti civili sono assistite dagli avvocati  Renata Minafra, Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Luigi e Roberto Rella, Giulio De Simone, Francesco Palmieri,  Ladislao Massari, Francesca Conte, Pierfilippo Centonze, Valentina Mele, Oronzo Calzolaro, Carlo Barone, Piero Mongelli, Mario Tagliaferro, Francesco Zizzari del Foro di Bari.



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