Rissa con cinghie e bastoni tra anarchici e giovani di Casapound. In 4 finiscono nei guai


Condividi su

Tutto prende inizio dalla notte tra il 30 ed il 31 luglio scorso,dove, a seguito di una segnalazione, venne inviata una volante della Questura nei pressi di Porta Rudiae dove era stata segnalata una rissa.
 
Una volta giunti sul posto gli agenti raccolsero la testimonianza di chi aveva richiesto l’intervento che raccontò che, transitando nella piazza, che in quel momento era gremita di ragazzi, aveva notato due gruppi di giovani davanti al supermercato adiacente il Tribunale dei Minori di viale Dell’Università, angolo viale Gallipoli, litigare tra loro e che, durante il litigio, erano arrivati sul posto anche altre persone a bordo di una Mercedes Classe E di cui il testimone aveva rilevato la targa. Dall’auto scesero una donna e tre uomini, armati di bastoni e cinture. Questi ultimi vennero alle mani con gli altri ragazzi presenti sul posto. In tutto erano circa 35/40 le persone che litigavano. Dopo circa 5 minuti di tafferugli, i due gruppi posero fine alla rissa continuando ad offendersi verbalmente. In quel frangente, erano giunte due volanti, alla cui vista i ragazzi si dileguarono nelle vie limitrofe; un gruppo si diresse verso via De Jacobis e l’altro verso via Birago.
 
Nel frattempo gli uomini della Questura raccolsero la testimonianza di altre persone che in linea di massima confermavano la stessa versione dei fatti. Uno dei testimoni, inoltre, raccolse un cellulare completo di scheda telefonica e la Polizia Scientifica, intervenuta, repertò alcune tracce ematiche per terra, segno che vi erano stati feriti; una fibbia; un bracciale da polso; un orecchino; 8 frammenti di un fanalino di auto e pezzi di vetro. Vennero recuperate, altresì,  le immagini di un sistema di videosorveglianza che, sebbene non avesse ripreso direttamente la rissa, aveva rilevato il passaggio di alcuni dei rissanti.
 
La successiva attività d’indagine condotta della DIGOS ha permesso, poi, di individuare alcuni aderenti al sodalizio “Casapound “ e al centro sociale “Casa Matta”.
 
La targa fornita dal testimone condusse gli agenti presso un’azienda di Lequile dove gli investigatori si recarono il giorno dopo e, nel cortile dell’impresa, trovavano la Mercedes segnalata. Gli stessi effettuarono una perquisizione del veicolo che effettivamente conteneva macchie di sangue sul cofano motore e sulla portiera anteriore destra; inoltre i frammenti di fanale repertati durante il sopralluogo effettuato sul luogo della rissa erano perfettamente compatibili con l’autovettura.
 
Mentre era in corso la perquisizione il venticinquenne che utilizzava la macchina giunse presso l’azienda, lo steso presentava una ferita alla testa. Il giovane, un galatinese 25,  il giorno successivo alla rissa si era recato presso l’Ospedale di Galatina per farsi curare una ferita lacero contusa e trauma cranico con prognosi di 10 giorni. Altro particolare riscontrato la presenza di un orecchino identico a quello ritrovato sul luogo della rissa.
 
Ai poliziotti il venticinquenne ha dichiarato di essere simpatizzante del gruppo Casapound e la sera della rissa era uscito con la sua ragazza per una passeggiata nei pressi del Convitto Palmieri dove, intorno alle ore 22.15, si era incontrato con altri suoi amici presso “la biblioteca degli anarchici”, dopodiché si era separato da loro e, mentre a bordo della propria auto stava rientrando a casa, aveva ricevuto la telefonata di uno degli amici che aveva incontrato prima, che lo invitava ad andare a Porta Rudiae a salutare altri simpatizzanti di Casapound del Lazio che stavano partendo.
 
Proprio sul luogo dell’appuntamento, mentre si trovava in compagnia degli altri amici, in tutto 6 persone, sopraggiunsero alle sue spalle circa 35 persone armate di bastoni e cinture, alcuni travisati e con il volto coperto da passamontagna e lo stesso venne colpito alle spalle dalla fibbia di una cintura. Solo l’arrivo delle volanti fece sì che l’aggressione terminasse.
 
Il ragazzo, inoltre, ha dichiarato di non conoscere nessuno degli aggressori, ma ha attribuito l’assalto a persone  dall’appartenenza a differente ideologia politica, come si poteva intuire dalle frasi offensive proferite durante la rissa, che contenevano sempre l’accusa nei loro confronti di essere “fascisti”.
 
Dalla ricostruzione dei fatti effettuata attraverso le testimonianze, si è appurato che prima, presso la biblioteca del Convitto Palmieri, il gruppetto di Casapound era stato individuato da alcuni anarchici, poiché avevano scandito un coro contro gli “anti-fascisti”. Per questo probabilmente un insieme di circa 35 anarchici aveva seguito i loro movimenti nel centro storico attaccando i 6 simpatizzanti di Casapound che a loro volta usarono le cinture, anche se a loro dire per difendersi.
 
Dalla visione dei fotogrammi il personale della Digos ha poi individuato altri tre ragazzi, un ventunenne leccese, un ventottenne galatinese ed un quarantottenne lucchese, tutti appartenenti ai centri sociali. In particolare uno di loro è stato inquadrato mentre era intento a indossare un passamontagna e un altro con la mano ferita con addosso una maglietta con una scritta, che venne sequestrata.
 
Questi ultimi tre annoverano diverse denunce per manifestazioni e cortei non autorizzati, attacchi al centro per stranieri di Restinco, a Brindisi, occupazione abusiva dell’edificio soprannominato Binario 68.
 
A carico dei quattro è stata emessa dal Giudice per le Indagini preliminari la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Lecce.
 
“L’indagine ha preso il via dalla segnalazione di un testimone che ha allertato la Questura”, ha affermato il Dirigente della Squadra Volante della Questura di Lecce, Eliana Martella.
 
“Una volta giunti sul posto gli agenti hanno raccolto la sua testimonianza e quella di altre persone che avevano assistito alla rissa e raccolto una serie di reperti quali un orecchino, alcuni pezzi del fanalino di un’autovettura e un telefono cellulare sul quale ancora stiamo svolgendo i riscontri.
L’indagine è stata condotta dalla Digos in quanto avevamo il sentore che si trattasse di un episodio collegato a questi gruppi”.
  
Sono in corso altre indagini finalizzate all’individuazione delle altre persone che hanno preso parte alla rissa.