Ruggeri e le pressioni per assumere in Provincia una donna con cui aveva una relazione


Condividi su

In attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari, emergono altri dettagli dell’inchiesta che ha travolto l’ex assessore al welfare della Regione Puglia Salvatore Ruggeri e altri nomi eccellenti della politica e della sanità locale, finiti al centro di un vero e proprio terremoto che ha svelato i retroscena di un “sistema criminale” come lo ha definito il Gip nelle oltre trecento pagine di ordinanza.

In attesa di capire se quanto emerso una volta chiuse le indagini risponde al vero o se può essere in qualche modo spiegato e giustificato – per ora Totò Ruggeri si è avvalso della facoltà di non rispondere (leggi qui) – si “scoprono” altri retroscena sul modo di fare del politico di Muro leccese.

Nel paragrafo in cui il Giudice spiega le motivazioni delle esigenze cautelari il Gip Panzera sottolinea la «serialità delle condotte illecite finalizzate ad ottenere prestazioni sessuali non oggetto di formale contestazione perché si posizionano alla soglia dell’abuso di ufficio e come tali non dimostrabili con le intercettazioni» ma che vale la pena raccontare perché dimostrano il modus operandi dell’ex senatore dell’Udc e dunque «assumono rilevanza per spiegare le esigenze cautelari».

Le pressioni sul Presidente Stefano Minerva per nominare una sua amante

Non si può trascurare, secondo il Giudice, la vicenda delle pressioni su Stefano Minerva (non indagato) per posizionare una donna, con cui intratteneva una relazione sentimentale, alla Provincia di Lecce, come consigliera di Pari Opportunità. Alcune conversazioni confermerebbero il fatto che Ruggeri agisse animato dai suoi interessi personali.

In una telefonata con il numero uno di Palazzo dei Celestini (estraneo all’inchiesta), l’assessore regionale, utilizzando la sua influenza politica, chiedeva con tono autoritario conti della sua richiesta. “E che aspetti di fare quella cosa?” alludendo alla possibilità di affidare un incarico alla sua “protetta”.

Non avendo ottenuto il nulla-osta dal Ministero del Lavoro per assegnare alla donna il ruolo di consigliera delle pari opportunità della Provincia di Lecce, Ruggeri ha sollecitato ancora Minerva per trovarle, a quel punto, una posizione alternativa. Ed ecco la nomina come direttore dell’Istituto di Culture mediterranee, nato nel 2000 come ente in house della Provincia si Lecce, con la finalità di aprire il Salento al confronto ed allo scambio con altri paesi del bacino del Mediterraneo.

Non è stata l’unica donna che Ruggeri avrebbe favorito in cambio di sesso. C’è la storia del patto con una 37enne di Montesano Salentino che aspirava a migliorare la sua posizione lavorativa (leggi qui). E ci sono tracce di altre donne che avrebbe aiutato come nel caso di una 27enne nata in Salento, ma residente a Bari a cui l’ex assessore aveva prospettato la possibilità di un’assunzione in un’azienda privata che ha rapporti con la Regione.