Una si rifiuta di indossare la mascherina e protesta, l’altro consegna una autocertificazione falsa: finiscono nei guai

Una non ha rispettato le regole imposte per frenare la diffusione dei contagi, l’altro ha cercato di “aggirarle”. Per questo sono finiti nei guai

Una ha deciso di non ascoltare l’invito a indossare la mascherina, una delle “armi” a disposizione nella battaglia contro il virus, l’altro ha cercato di “aggirare” le regole che consiglia di uscire solo per motivi di salute, lavoro e necessità. Per questo sono finiti nei guai. Ma andiamo con ordine.

Il primo episodio si è verificato nel centro commerciale Bricoman, dove una 58enne ostinatamente si è rifiutata di indossare il dispositivo di protezione, tra l’altro obbligatorio nei luoghi chiusi. Tutti gli inviti a posizionare la mascherina correttamente su naso e bocca o, in caso contrario, ad uscire dal negozio sono caduti nel vuoto. Davanti alle richieste di rispettare le norme anti-contagio, la donna ha detto no, protestando animatamente, ma il rifiuto alla fine gli è costato caro. Una multa, come accade sempre in questi casi.

Fatto è che quel comportamento ha reso necessario l’intervento degli uomini in divisa. Sul posto, infatti, si sono precipitati i Carabinieri della stazione di Cavallino che hanno ascoltato anche il racconto di un collega libero dal servizio che era dovuto intervenire, per motivi di sicurezza,. In attesa della pattuglia, come aveva fatto il personale del centro commerciale, anche lui aveva invitato la donna ad indossare la mascherina e uscire dal negozio.

A Maglie, invece, i Carabinieri del Nor hanno deferito in stato di libertà un 22enne, M.M. le sue iniziali. I guai per il giovane sono cominciati quando è stato fermato in via Salvatore Fitto per un controllo poco dopo mezzanotte e mezzo. Alla richiesta di spiegazioni o del perché si trovasse alla guida della sua auto scattato il coprifuoco, il 22enne ha consegnato agli uomini in divisa l’autocertificazione su cui aveva scritto nero su bianco il motivo dello spostamento in orario non consentito. Ma dai successivi accertamenti, la motivazione risultava falsa.

A quel punto è scattata la contestazione della violazione per il mancato rispetto dell’obbligo di permanenza presso l’abitazione dalle 22 alle 05 (art. 40 c.1 dpcm del 02/03/2021).



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