Due sbarchi in poche ore, il Salento accoglie i migranti arrivati via mare


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Il “tempo” lo permette, così dopo mesi di apparente calma sono ricominciati gli sbarchi dei migranti sulle coste del Salento. L’ultimo, alle prime luci dell’alba, a San Gregorio, non lontano da Santa Maria di Leuca. Sono stati alcuni cittadini a chiedere aiuto, dopo aver notato un gruppo di persone per strada. Avevanno già conquistato la terraferma, infatti, i 49 stranieri, tra cui donne e bambini, rintracciati dai militari della tenenza locale della guardia di finanza, arrivati sul posto insieme ai colleghi delle Fiamme Gialle di Tricase e ai carabinieri della compagnia di Gallipoli.

L’orologio aveva da poco segnato le 6.00, quando i migranti sono stati soccorsi e affidati alle cure dei sanitari del 118 e dei volontari della Caritas della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca che hanno portato anche dei giocattoli per i più piccoli. Stando a quanto ricostruito, sarebbero giunti fino alla marina di Patù su una barca a vela, la stessa con cui gli scafisti sono fuggiti via dopo aver fatto scendere i passeggeri iraniani, iracheni e pachistani. I migranti, tra cui anche donne e bambini. sono stati accompagnati a Masseria Ghermi, a Lecce.

Scattata, intanto, la caccia agli scafisti. Le motovedette della Guardia di Finanza hanno cercato di rintracciare
l’imbarcazione.

Sbarco a Torre San Giovanni

Poche ore prima, la stessa scena si era ripetuta sul litorale di Torre San Giovanni, dove sono stati scoccorsi 35 stranieri. Tutto era cominciato quando la barca con a bordo i migranti era stata avvistata dalle motovedette della Guardia Costiera e delle Fiamme Gialle non lontano dall’isolotto delle Pazze. L’imbarcazione, a quel punto, è stata scortata fino in luogo sicuro, ma prima di toccare terra due persone hanno tentato di sbarcare con un gommone. Un gesto che ha insospettito gli uomini in divisa che li hanno fermati con il sospetto di essere gli scafisti. Sui due, pare di nazionalità moldava, sono in corso gli accertamenti.

Ad attendere i migranti in Porto c’erano i volontari della Croce rossa italiana e i sanitari che hanno prestato le prime cure. Erano tutti in buone condizioni. Dopodiché gli stranieri sono stati accompagnati al centro di prima accoglienza Don Tonino Bello di Otranto.

(immagine di repertorio)