Forse tirare pietre su un poliziotto è normale ed è giusto. Se un poliziotto, invece, si difende e risponde è un reato. Una strana lettura giuridica e anche sociale questa qui. E’ comodo esprimere giudizi guardando la televisione dal divano di casa. Più scomodi sono, invece, le posizioni ed il ruolo di quei poliziotti o carabinieri che devono fare di tutto per far rispettare l’ordine pubblico e la legge. Quelli che si trovano in strada circondati da centinaia di individui urlanti, spesso alterati o privi di freni inibitori, che lanciano insulti e oggetti di qualsiasi tipo.
A quegli agenti di pubblica sicurezza si chiede di essere irreprensibili, di fare il possibile e l’impossibile e poi se le cose vanno male la colpa è loro. Non di chi gridava, brandiva armi proprie ed improprie o metteva a rischio la tranquillità di una città. Se il disagio va esorcizzato e la rabbia sociale va sfogata con la violenza allora non si deve mai giustificare né il disagio né la rabbia e i sacrosanti motivi di protesta diventano pretesti del demonio.
Il Prefetto di Roma non ci sta a far passare i suoi uomini né per imbecilli, né per sceriffi. E lo si può comprendere perché quando bisogna garantire la sicurezza di tutti ci vuole polso e decisione. Non si sono mai visti provocatori feroci che si sono fermati davanti ad una preghiera o a una parola gentile e allora facciamoci il piacere, ogni volta, di non criminalizzare chi ha il dovere di fare il suo dovere e chi è pagato (molto poco a dire il vero) per assicurare l’incolumità pubblica. Anche di colui che vorrebbe poter arrivare a fine giornata senza subire aggressioni o danneggiamenti. Ne avrà pure il diritto. I diritti non stanno mai da una parte sola, ma certamente non possono stare dalla parte di chi utilizza la grammatica della violenza e della voce alta, o dell’intimidazione, nemmeno quando c’è da rappresentare un’esigenza democratica, o un bisogno sacrosanto.
In certi momenti non è facile misurare e dosare le reazioni. Certo se si parlasse civilmente sarebbe tutto più facile e nessuno si farebbe male, ma al poliziotto che viene circondato e aggredito non si può chiedere di porgere l’altra guancia. Chiediamoci se le vittime sono sempre quelle senza divisa o se i carnefici, a volte, non giocano proprio su questo…