Irregolarità nella realizzazione di un chiosco-bar a San Cataldo. Sette assoluzioni, lieve condanna per l’ex assessore Pasqualini

I giudici hanno inflitto 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa), a Luca Pasqualini, nelle vesti di imprenditore e Rossana Capoccia.

Arrivano due lievi condanne, tra cui quella dell’ex assessore comunale Luca Pasqualini (nelle vesti di imprenditore) e ben sette assoluzioni, al termine del processo sui presunti illeciti per la realizzazione del bar “Il Molo”, rimosso da oltre un anno, sul lungomare di San Cataldo. Sul banco degli imputati comparivano anche ex dirigenti e funzionari, per i quali è arrivata l’assoluzione.

La sentenza è stata emessa, nella serata di ieri, dalla seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio).

I giudici hanno inflitto 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa), per abusi edilizi e tentata truffa, nei confronti di Luca Pasqualini, di Lecce, in qualità di amministratore di fatto della L.G. srl e considerato titolare di fatto del chiosco-bar e Rossana Capoccia, legale rappresentante della “L.F. s.r.l.s”, proprietaria del chiosco e committente dei lavori. Entrambi sono stati assolti da tutti gli altri reati.

I giudici hanno inoltre disposto l’assoluzione da ogni accusa per Maria Antonietta Greco e e Luigi Maniglio, ex dirigenti del settore Urbanistica del Comune di Lecce; Daniele Buscicchio, ex responsabile dell’ufficio Paesaggio; Vincenzo Gigli, all’epoca dei fatti, presidente pro tempore della commissione Paesaggio (tutti di Lecce); Giancarlo Pantaleo, di Monteroni, responsabile, all’epoca dei fatti, dell’ufficio Demanio,

E ancora, assoluzione per Caterina Delle Canne, amministratrice della “Idea Line” e Alfredo Barone, titolare della “Idea Line srl” (entrambi di Lecce).

Gli imputati rispondevano a vario titolo di: abuso d’ufficio, falsità ideologica, corruzione, truffa aggravata, deturpamento di bellezze naturali, lottizzazione abusiva.

Sono difesi dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Giuseppe Corleto, Antonio Quinto, Michele Laforgia, Francesco Galluccio Mezio, Giulio Errico.

L’inchiesta

Anzitutto, secondo i pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci, la realizzazione de “Il Molo” sarebbe avvenuta in totale assenza del permesso di costruire”. Inoltre, la concessione a costruire sarebbe stata rilasciata “in totale assenza di procedura ad evidenza pubblica”.

Pasqualini e Gigli rispondevano anche di corruzione. Nel gennaio del 2017, l’ex assessore al Traffico, in cambio del parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, avrebbe assunto una parente di Gigli come consulente fiscale della L.F. srl. Lo stesso Pasqualini e la Capoccia erano accusati di tentata truffa aggravata. Avrebbero attestato falsamente, nella domanda di accesso a finanziamento MLT (pari a 85mila euro) con fondo di garanzia, di avere il requisito essenziale al fine della concessione dello stesso.

Nell’ottobre del 2018, i militari della Guardia costiera hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo del chiosco-bar.

Come detto, al termine del processo è caduta la gran parte delle accuse. Ed a margine della sentenza, l’avvocato Giuseppe Corleto, legale di Pasqualini, afferma: “Prendiamo atto della sentenza, che ridimensiona assai sensibilmente l’accusa, con l’assoluzione piena per i gravi reati di corruzione, abuso di ufficio e falso. E continua l’avvocato Corleto: “Il Pm oggi ha chiesto l’assoluzione per il solo reato di corruzione e la condanna per tutti gli altri reati a complessivi 5 anni di reclusione. Residuano dunque la condanna per un reato edilizio, che chiariremo in appello essere insussistente e che comunque si prescrive tra 5 mesi, e per una tentata truffa in danno della regione Puglia che riteniamo incomprensibile alla luce dei documenti presenti agli atti e che pure siamo certi si risolverà favorevolmente in secondo grado”.

Le motivazioni della sentenza sono previste entro i prossimi 30 giorni.



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