Dopo un mese di “indagini” dei militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale dell’Ufficio Locale Marittimo di San Cataldo di Lecce, gli uomini in divisa si sono presentati nello stabilimento balneare finito sotto i riflettori per una ispezione che ha confermato come nel lido, che ricade nel comune di Vernole, erano state realizzate opere di difficile rimozione. Da qui l’accusa di occupazione con innovazioni abusive su area ricadente in ambito del demanio marittimo e l’inosservanza di limiti alla proprietà privata, il tutto in zona tutelata dai vincoli posti dal Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
In poche parole, il tratto di spiaggia a pochi passi dallo stabilimento balneare – per una superficie pari a circa 8mila metri quadrati di spiaggia non data in concessione – era stato occupato, installando in modo fisso e stabile 750 attrezzature da spiaggia. Ombrelloni, lettini, sdraio e sedie posizionati sull’arenile in file regolari e continue.
La totalità delle attrezzature balneari sono state sottoposte a provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza con contestuale deferimento del responsabile, individuato nell’amministratore unico di una società operante in ambito balneare, presso l’Autorità Giudiziaria.
L’attività rientra nell’ambito della più vasta azione di vigilanza e controllo che la Guardia Costiera espleta senza soluzione di continuità, a tutela dell’ecosistema ambientale, marino e costiero, nonché al controllo sul corretto uso del demanio marittimo e delle aree immediatamente prospicienti.