Disposto il sequestro dell’impianto di trattamento dei rifiuti speciali e liquidi “Ecolio 2”, in località Spiaggiano Canale a Presicce-Acquarica, su richiesta dei procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Cataldi. Il decreto di sequestro preventivo porta la firma del gip Simona Panzera ed è stato eseguito in mattinata dagli uomini della Polizia provinciale e dai carabinieri del nucleo forestale.
Contestualmente, 15 persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura, di attività di gestione rifiuti non autorizzata e getto pericoloso di cose.
Secondo l’accusa, il Legale Rappresentante della società “Ecolio 2 s.r.l.” e il Responsabile Tecnico dell’impianto, attività di recupero e smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi all’interno dello
stabilimento “Ecolio 2 s.r.l.” con sede in Presicce, “in assenza della prescritta autorizzazione e sulla falsa prospettazione dell’esistenza di condizioni, prescrizioni e attuazione degli adempimenti che costituiscono il presupposto per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, avrebbero ottenuto il titolo autorizzativo all’esercizio di attività di trattamento di rifiuti pericolosi e non, in assenza della preventiva approvazione del progetto di variante (da impianto di trattamento di acque di vegetazione a impianto di smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non)”.
Tutti gli indagati, dall’01.01.2018 al 14.05.2019, “attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative ed organizzate, avrebbero gestito e smaltito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi e non (acque di strato associate agli idrocarburi liquidi separate dal greggio estratto dal sottosuolo, percolato di discarica, rifiuti liquidi acquosi provenienti da 58 stabilimenti, etc.) poiché conferiti dagli impianti di produzione e ricevuti dall’impianto “Ecolio 2” con indicazioni di codice CER non pertinenti, attribuiti in maniera arbitraria, non attestanti l’effettiva provenienza del rifiuto, così da non rendere riconoscibile l’effettiva origine del rifiuto gestito e le sostanze pericolose in esso presenti, con elusione del limite imposto nell’Autorizzazione per la ricezione dei rifiuti pericolosi”.
Inoltre, ritiene l’accusa, essi “avrebbero gestito e mantenuto in esercizio gli impianti della sezione termica e della sezione biologica, esistenti presso la predetta discarica, con gravi carenze strutturali e con emissione di odori acri e maleodoranti e scarico nel suolo di sostanze inquinanti, attuando con ciò modalità di trattamento e smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, in palese violazione delle condizioni e prescrizioni cui erano subordinati il rilascio e l’efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale n.117/2011 rilasciata in data 18.05.2011 dalla Regione Puglia.”
Le indagini hanno preso il via dalla denuncia del sindaco di Salve Francesco Villanova e si sono avvalse della consulenza tecnica di Mauro e Cecilia Sanna.
