Cattivi odori e “residui” smaltiti nei terreni agricoli, sequestrata la centrale a biomasse di Tricase


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I carabinieri del Noe di Lecce si sono presentati alla porte della centrale a biomasse di Tricase, stringendo tra le mani un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Lecce Edoardo D’Ambrosio su richiesta del Pubblico ministero titolare del procedimento, il dottor Alberto Santacatterina della Procura di Lecce. Finisce sotto sequestro preventivo, quindi, l’impianto di produzione di energia elettrica che utilizzava alimentare il motore di generazione, fonti rinnovabili quali sansa di frantoi, letame ed altre matrici organiche simili.

Le attività ispettive condotte dal N.O.E. di Lecce – iniziate verso la fine dell’anno 2019 anche con la partecipazione del Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl e di Arpa Puglia – hanno permesso di scoprire che l’intero impianto era stato realizzato e avviato in assenza della prescritta autorizzazione alle emissioni in atmosfera provocando odori, gas e vapori talmente forti da rendere l’aria quasi irrespirabile per gli abitanti delle immediate vicinanze. Non solo, durante le verifiche, effettuate anche con sistemi di videosorveglianza, gli uomini in divisa hanno “notato” che i residui prodotti nella gestione della centrale, ed in particolare il refluo ed il digestato solido derivanti dalla fermentazione delle matrici organiche, venivano illecitamente smaltiti in alcuni terreni agricoli.

Nello specifico si procedeva al sequestro di un’area, comprensiva di tre grosse vasche di digestione anaerobica, filtri e impianti tecnologici, insistente su una superficie di circa 10.000 mq,.

Il titolare e l’amministratore della società sono stati deferiti in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per i reati di gestione illecita di rifiuti speciali, emissioni in atmosfera non autorizzate e getto pericoloso di cose.

Valore del sequestro ammonta a circa 1.500.000 Euro.