Si sta cercando, senza sosta, di capire quale possa essere il collegamento tra la scomparsa di Paolo Dragone, il dipendente comunale di Monopoli di cui non si hanno più notizie da giovedì e il suicidio di Enrico Galati, 47enne originario di Melissano che da anni viveva tra la Germania e la Puglia. L’uomo, domenica mattina, avrebbe parcheggiato nei pressi della stazione di Mola di Bari un furgoncino preso a noleggio e si sarebbe lanciato sotto un treno in corsa, il Frecciargento partito da Roma e diretto proprio nel capoluogo barocco.
La scelta del 47enne salentino di togliersi la vita (nonostante il corpo non sia stato ancora identificato ufficialmente) getta ombre e dubbi sulla scomparsa dell’impiegato comunale, che ha fatto perdere le sue tracce dal 19 maggio scorso. Sono stati i familiari, preoccupati, a presentare denuncia ai carabinieri. A spingerli a recarsi in Caserma è stato il fatto che l’uomo non si è presentato al cimitero dove era atteso per la tumulazione della madre scomparsa.
Sempre che sia ancora vivo. Anche se al momento si tratta soltanto di ipotesi, quella dell’omicidio-suicidio è una pista che gli inquirenti non si sentono di escludere del tutto. Che i due si conoscessero sembra essere ormai certo: stando a quanto trapelato, infatti, quando si è iniziato a scavare nella vita privata di Dragone, descritto come una persona riservata, si è giunti presto anche a Galati.
Sul pianerottolo di casa dell’impiegato dove viveva con la madre, una badante e cinque gatti sono state trovate tracce di sangue: in parte, sono degli animali di cui l'uomo si prendeva cura. Ma quella più evidente a occhio nudo, trovata sulle scale, è ancora sottoposta ad analisi da parte dei Ris.