Non a caso si dice che «l’apparenza a volte inganna». Quel signore ben distinto che si è presentato prima nelle vesti di un ingegnere poi in quelle di un avvocato è riuscito con i suoi modi gentili e il vestito ‘buono’ ad imbrogliare due povere anziane cadute, purtroppo, nella sua trappola.
Già perché Roberto Mantovani – così ha detto di chiamarsi – altro non è che l’ennesimo impostore che con il solito stratagemma del falso incidente stradale è riuscito a truffare le malcapitate facendo leva sulla loro buona fede.
La prima vittima è stata ‘adescata’ mentre stava camminando in via Guglielmotto d’Otranto, nel quartiere Leuca. È qui che una signora di 82anni è stata avvicinata da un uomo sulla cinquantina che indossava una camicia celeste e un pantalone chiaro. Dopo essersi presentato, il falso ingegnere ha comunicato alla donna di aver avuto poco prima un incidente stradale con il genero e che aveva diritto ad un risarcimento di mille euro.
La poveretta, dubbiosa, ha spiegato di non essere a conoscenza della “disgrazia” accaduta al genero Carlo. Il furbo truffatore, dopo aver sentito il nome, ha preso il cellulare e ha composto un numero dando ad intendere che dall’altra parte vi era proprio il genero. Per essere più credibile, ha anche passato il telefono alla donna. L’interlocutore, ovviamente un complice, si è rivolto alla signora in maniera confidenziale, come se realmente la conoscesse. Era difficile, però, riconoscere la vice in quanto la linea era disturbata così in finto Carlo l’ha invitata a fare quello che diceva l’ing. Mantovani.
Nonostante la signora non fosse sicura, ha acconsentito e accompagnata dal truffatore si è recata nella sua abitazione dove ha consegnato al malintenzionato, a titolo di anticipo, 500 euro in tagli da 50. L’ing. Mantovani afferrata la somma, le ha lasciato un CID scarabocchiato e si è allontanato velocemente.
Non ci è voluto molto tempo affinché l’anziana si accorgesse della truffa. Dopo aver telefonato al genero, ha purtroppo appreso di essere stata raggirata.
Nello stesso giorno, poco prima, una signora di 86 anni è stata avvicinata da un uomo di circa 50 anni, ben vestito ed a bordo di un’auto grigia che con fare confidenziale, le diceva di essere il figlio dell’avvocato Mantovani che stava seguendo una causa civile per conto del figlio della signora, al quale spettava la un compenso di 3000 euro per aver vinto al causa, mentre a suo padre, in qualità di avvocato, spettavano 2000 euro.
Anche in questo caso, di fronte alle perplessità della donna, il figlio dell’avvocato ha composto il numero di telefono del figlio della signora per passare la telefonata all’anziana. La comunicazione è disturbata e l’interlocutore è riuscito a dire alla donna soltanto poche parole: dai all’avvocato quanto richiesto.
La donna accompagnata dal sedicente figlio dell’avvocato si è recata a casa per dargli quanto dovuto, o almeno 500 euro come anticipo. Quando la signora ha detto di non avere quella somma a disposizione, l’uomo si è spazientito e si è detto disposto ad accettare qualunque cifra. È stato in quel momento che la poveretta intuendo che si trattava di una truffa ha iniziato ad avere paura. Fortuna ha voluto che in quel frangente ha suonato al campanello il commesso del negozio di frutta che gli stava portando la spesa e il figlio dell’avvocato Mantovani si è affrettato a scendere le scale, intuendo che da li a poco sarebbe stato scoperto.