Sorpresi a pescare datteri di mare. Scatta la denuncia per due copertinesi


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Per loro non esiste il fermo biologico in alcuni mesi dell’anno. La loro pesca, infatti, è vietata 12 mesi l’anno, 365 giorni su 365. È un organismo molto conosciuto perché di notevole pregio gastronomico, era consumato già al tempo dei romani.
 
Si tratta, naturalmente, del dattero di mare la cui pesca, ripetiamo, è vietata in quanto per prenderli è necessario spaccare lo scoglio su cui è posizionato grazie, soprattutto, a un martello, in questo modo, irrimediabilmente, la costa e la scogliera, che per la cui formazione ci sono voluti milioni di anni si rovinano e distruggono.  
 
Non per tutti è così, purtroppo. Il personale del Commissariato della Polizia di Stato di Nardò, infatti, ha denunciato un uomo ed una donna copertinesi, R.G. 52enne e P.G. del 51enne, per il reato di Detenzione e commercializzazione di specie di cui sia vietata la cattura in qualunque stadio di crescita.
 
Nel pomeriggio del 28 settembre scorso gli agenti del Commissariato della città neretina e della Capitaneria di Porto di Gallipoli sono intervenuti in località Torre Inserraglio, nella  marina di Nardò, dove erano stati segnalati un uomo ed una donna intenti a svolgere attività di pesca  di datteri di mare.
 
Sul posto i due sono stati individuati mentre uscivano dal mare e, nel momento in cui l’uomo si dirigeva verso un’autovettura parcheggiata nelle vicinanze con in mano uno zaino, la donna percorreva un giro più largo prima di dirigersi, a sua volta, verso lo stesso mezzo.
 
Scattato il controllo, gli agenti che hanno eseguito l’operazione, hanno rinvenuto all’interno dello zaino esemplari di dattero di mare, due martelli e due scalpelli.
 
Dietro un muretto lungo la strada sterrata percorsa dalla donna, inoltre, è stato recuperato un sacchetto contenente lo stesso prodotto della specie Lithofhaga-Lithofhaga per un peso di 0,625 kg.