
Il Tribunale di Lecce dispone il controllo giudiziario per la Igeco Costruzioni s.p.a., sospendendo l’interdittiva antimafia.
Il provvedimento consente all’azienda di poter riprendere l’attività e i contratti con le pubbliche amministrazioni.
La prima sezione penale, “Misure di prevenzione” (Presidente Roberto Tanisi), ha dunque accolto il ricorso presentato dagli avvocati Luigi Covella e Alessandro Diddi. Ed ha nominato un amministratore giudiziario, assegnandogli compiti di controllo e rendicontazione.
Nel provvedimento si legge che: “se l’agevolazione di ambienti criminali poteva dirsi non occasionale rispetto alla ‘vecchia Igeco’ (la società nel suo vecchio aspetto gestionale), diversamente deve concludersi con riferimento della rinnovata società… Nei confronti della nuova realtà imprenditoriale non si può più parlare di una strutturata infiltrazione mafiosa.”
La Igeco costruzioni venne raggiunta nell’ottobre del 2018, da un’interdittiva antimafia firmata dal prefetto di Roma, Paola Basilone.
L’interdittiva antimafia, è maturata dopo alcune alcune inchieste giudiziarie, come “Coltura”, che permise di sgominare il clan Giannelli a Parabita, portando allo scioglimento per mafia del Comune. Nell’inchiesta non risultava indagato nessun componente della famiglia Ricchiuto (a capo della Igeco). Il blitz “Coltura”, culminato con una serie di arresti, avrebbe però portato a galla, secondo l’accusa, alcuni episodi sospetti come l’assunzione a partire dal 2010, del boss Marco Giannelli e dei suoi sodali fra le file degli operai di Igeco (appaltatrice del servizio di igiene urbana), attraverso l’intermediazione dell’ex vice sindaco Giuseppe Provenzano.