Si sente spesso dire che i reati sono in calo, che si ‘delinque’ meno, ma allora come mai il problema del sovraffollamento delle carceri italiane peggiora di anno in anno? Perché i numeri delle persone recluse continuano a salire in maniera preoccupantedi mese in mese? A confermarlo è l’Associazione Antigone che da sempre accende i riflettori sui penitenziari del Belpaese: fatiscenti, inadeguati e troppo pieni.
Una vera e propria emergenza che è costata cara, carissima, all’Italia già condannata in passato dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo al pagamento di migliaia di euro di risarcimento per danni morali a favore di alcuni detenuti per trattamento inumano e degradante.
«Il grado di civiltà di una società si misura dalle sue prigioni» recitava Fëdor Dostoevskij in “Delitto e Castigo” ed è questo il punto. In Italia, la situazione è preoccupante. E se il metro di misura è quello delle prigioni allora è anche un paese incivile. Dati alla mano, ben quattro istituti – Larino, Brescia, Como e Taranto – hanno un tasso di affollamento del 200%. Tradotto, ci sono due detenuti dove dovrebbe essercene uno. Basta guardare la ‘scheda’ dell’edificio al civico numero 1 di via
Giuseppe Speziale per rendersi conto che, chiusa la porta con la libertà, si entra in un incubo. Ufficialmente la casa circondariale tarantina intitolata a Carmelo Magli può ‘ospitare’ 306 persone. Ne contiene più di seicento: 619 secondo l’ultimo aggiornamento del 31 novembre.
Ma non c’è solo Taranto. In generale, solo nell’ ultimo mese, il sovraffollamento segna un +0,4%. In questa crescita si registra il dato inverso relativamente ai detenuti stranieri che, rispetto al mese di ottobre, calano sia in termini percentuali che assoluti. Crescono, invece, le madri detenute con i loro figli con meno di tre anni: erano 49 con 52 bambini ad ottobre, sono ora 52 con i loro 56 figli.
La Regione Puglia registra dati allarmanti
La Puglia sul tasto ‘carceri’ non ha mai brillato. Semmai ha conquistato sempre primati negativi. E continua a farlo. Nel tacco dello Stivale il tasso di sovraffollamento è del 166,3% con un incremento nell’anno 2019 pari al 3,4%. Se il dato più preoccupante, come detto, è quello dell’Istituto “Carmelo Magli” di Taranto che si attesta al 200% non va a meglio negli altri 10 istituti di pena della Puglia. Nelle galere di Foggia, Brindisi e Lecce il tasso di affollamento è ben al di sopra della media regionale con percentuali rispettivamente del 171%, 172% e 174%.
Nonostante l’allarme sulla crescita dei reati commessi da stranieri, va detto che questi contribuiscono in maniera contenuta all’aumento delle persone ristrette in carcere, rappresentando il 12% nelle carceri regionali.
Quello del sovraffollamento carcerario – vissuto dai detenuti come una seconda “pena”, come un’ulteriore condanna che rende ancor più difficile il percorso da scontare all’interno dei penitenziari – è un problema vecchio che nessuna ‘soluzione’ proposta è riuscita a risolvere. Si è parlato – come ricorda anche l’Associazione Antigone Puglia – di fare un maggiore ricorso alle misure alternative ed un minore uso dello strumento della custodia cautelare. Ma non basta.
Il Carcere dovrebbe essere considerato una strada da percorrere in vista del reinserimento sociale sul territorio. Un luogo dove scontare una pena umana e rieducativa. Per questo, le istituzioni dovrebbero intervenire per arginare le criticità e offrire quelle opportunità di cui anche i detenuti hanno diritto.