Sparatoria nella stazione di servizio, chieste due condanne per tentato omicidio

Uno degli imputati, per un altro episodio, risponde anche di minacce aggravate dall’odio razziale e dal metodo mafioso nei confronti del magazziniere di un supermercato.

La Procura invoca due pesanti condanne per la sparatoria, nei pressi della stazione di servizio Q8 di via Aldo Moro a Nardò, del 10 settembre di due anni fa.

Nella mattinata odierna, dinanzi al gup Giulia Proto, nel corso del processo con rito abbreviato, il pm Giovanna Cannarile della Dda ha chiesto la pena di 10 anni ed 8 mesi di reclusione per il 40enne Luca Elio My e 9 anni ed 8 mesi per Giovanni Dell’Anna, 55enne, entrambi di Nardò, difesi rispettivamente dagli avvocati Andrea Bianco e Giuseppe De Luca.

Gli imputati rispondono di tentato omicidio e detenzione di arma da sparo. My anche di minacce aggravate dall’odio razziale e dal metodo mafioso, nei confronti del magazziniere di un supermercato.

La sentenza del giudice è prevista per il 14 marzo.

L’inchiesta

In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, My prima minacciò con la pistola l’avventore del bar, situato nella stazione di servizio, il quale lo aveva visto nascondere l’arma. E poi, dopo averla recuperata, premette più volte il grilletto della pistola contro Dell’Anna, il quale a sua volte rispose con otto colpi.

Non solo, poiché due bossoli esplosi da My raggiunsero l’autovettura di un ragazzo di Salice Salentino (estraneo alla vicenda) che con alcuni amici si era fermato al bar.

I due, in seguito ad accurate indagini dei carabinieri della compagnia di Gallipoli, vennero raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip Laura Liguori. I due attualmente si trovano ai domiciliari.

Inoltre, venne denunciato a piede libero un 25enne, sempre neretino, per detenzione di arma da fuoco e la sua posizione fu stralciata.

Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di My è confluito anche un episodio del 21 luglio del 2022. Il 40enne avrebbe minacciato un magazziniere di origini straniere di un supermercato, puntandogli una pistola al petto e dicendogli: «Io ti posso sparare e a me non succederà niente sto a casa mia».

Ora si attendono gli esiti del processo.



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