Angoscia e dolore appaiono i sentimenti più comuni. Non è stato affatto un bel risveglio per la cittadina di Squinzano, ancora molto scossa per la tragedia avvenuta nel primo pomeriggio di ieri in pieno centro. Di poche ore addietro, inoltre, la novità: deceduto l'uomo autore degli spari contro la ex moglie, parrucchiera a domicilio, conosciuta e molto amata in paese. Lui infatti, dopo averla raggiunta fuori casa della sua amica, non c'ha pensato due volte a premere il grilleto, centrandola con dei colpi di pistola. Dopodiché, s'è rivolto l'arma pure contro sé stesso. Uccidendosi. O meglio, ferendosi gravemente, in quanto fino a tarda notte lottava tra la vita e la morte nel reparto Rianimazione dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce. Poi, il passo dalla "morte cerebrale" a quella naturale, sopraggiunge fatale.
Subito dopo gli agghiaccianti fatti, erano intervenuti sul posto Carabinieri locali e polizia, unitamente ai colleghi della sezione scientifica. E, oltre alle forze dell'ordine, anche il Pubblico Ministero, Stefania Mininni, vista la gravità dell'accadimento. Quel che più fa male, però, resta la perdita di una madre da parte delle sue due figlie. Adesso, inoltre, cominciano ad emergere dettagli maggiori sulla vicenda. La pistola utiliazzata dall'ex marito, esecutore del dramma, era regolarmente detenuta. Si parla di una calibro 9 il cui porto d'armi venne richiesto due mesi addietro.
Le voci in paese si rincorrono. Pian piano subentrano pourparlér e rumors di corridoio che, però, non sarebbe giusto riportare. Sia perché ancora "ufficiosi" e dunque non confermati dalle indagini avviate dagli investigatori. Sia per rispetto dei famigliari di entrambi, sicuramente provati e addolorati dai tristi risvolti avuti da tale storia. Sul marciapiede costeggiante il luogo dell'uccisione, ieri era possibile ancora scorgere le macchie di sangue. Eppure, una macchia ancor più resistente verrà lavata con notevole difficcoltà dai cuori di chi voleva bene ad entrambi i protagonisti dell'ennesima, struggente, notizia.