Studente muore al De Giorgi, tanto dolore e forse una tragica fatalitè


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L'inchiesta aperta dalla Magistratura leccese pare porti verso l'accidentalità. Oggi i funerali di Andrea tra lo strazio della famiglia e dei compagni.

Una  morte assurda, una di quelle che lasciano scossi e attoniti. "Non si può morire a 17 anni, non si può morire a scuola" questo il grido disperato dei compagni di Andrea De Gabriele, il 17enne morto ieri in ospedale dopo la corsa in ambulanza e il tentativo di salvare quella vita troppo giovane, recisa per scavalcare una recinzione e per recuperare – come si legge nel racconto dei ragazzi – un giubotto, per poi cadere in un pozzo luce e fare un volo di 15 metri.

La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo sotto la guida del PM, Giuseppe Capoccia, e nelle ultime ore della mattinata, gli inquirenti pare abbiano la certezza che a causare la tragedia nella succursale del Liceo Scientifico De Giorgi di Lecce sia stata una tragica fatalità, un gesto pericoloso. I compagni di Andrea e i professori hanno voluto spiegare in una lettera di dolore, che il giubbotto del 17enne fosse appoggiato alla ringhiera e che soltanto il vento lo abbia fatto volare.

Ora rimane da capire se l'inchiesta si chiuderà o se si apriranno altre ipotesi. Gli uomini dela Squadra mobile di Lecce hanno acquisito il Piano di sicurezza della scuola e ascoltato l'ingegnere responsabile, oltre al preside, ai professori e agli studenti. L'analisi medico-legale ha confermato la morte del ragazzo per la rottura del cranio e lo schiacciamento del torace. 
Intanto, rimangono le lacrime e i fiori legati al cancello dello scuola: quelli deposti dai compagni e dal sindaco di Lecce Paolo Perrone. Il sindaco di Campi salentina, paese d'origine di Andrea, ha proclamato per oggi, il giorno dei funerali, il lutto cittadino.