‘Suo figlio ha causato un incidente, servono 3.500 euro’, truffata un’anziana leccese


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È tornata di moda la truffa dell'incidente stradale. Non bastavano, infatti, tutti quei tipi di raggiri online che ogni giorno la Polizia Postale si trova a fronteggiare (davanti, peraltro, ad una domanda di sicurezza e protezione dei dati personali in rete sempre più ingente). Ieri mattina un’anziana di 73 anni, residente nel capoluogo salentino, ha ricevuto la chiamata da parte di un fantomatico maresciallo. Costui aveva avuto la “premura” di avvisare che il figlio fosse stato causa di un sinistro. E che, di lì a breve, sarebbe giunto presso l’abitazione un avvocato. Combinazione, poco dopo, un signore distinto – all’incirca sulla quarantina d’anni – giunto a casa della cittadina leccese avrebbe chiesto una somma in denaro di ben tremila e cinquecento euro al fine di chiudere subito la faccenda. In mancanza di contanti, dunque, si è “accontentato” dei gioielli che la signora – ovviamente scossa – gli ha indicato nel posto in cui stavano custoditi.

Non c’è stato alcun incidente, in realtà. Eppure, la vittima del raggiro lì per lì non poteva accorgersene, presa in controtempo e soprattutto molto preoccupata. Fatto sta che, adesso, gli agenti della sezione Volanti della Questura di Lecce sono alla ricerca del truffatore: alto 1.70 metri, circa 40 anni, magro, carnagione chiara, capelli corti neri, camicia a maniche lunghe a quadri e jeans. Possibile che le indagini debbano interessare pure l’autore della chiamata “preparatoria” all’utenza telefonica della donna. 

E dire che lo scorso Aprile, sempre nel capoluogo salentino, accadde un episodio dalle dinamiche molto simili. Un uomo dai modi gentili e ben vestito s’inventò falsi incidenti stradali per spillare denaro a due malcapitate, una 82enne e una 86enne.

Il proliferare di tali fatti, inoltre, spinse la Polizia di Stato a realizzare una campagna di sensibilizzazione contro le truffe che, quotidianamente, subiscono le persone anziane. Realizzato uno spot con la collaborazione di Gianni Ippoliti.