Maria Laura Mainetti, la suora uccisa in nome di Satana che ha perdonato le sue assassine

“Signore perdonale” sono state le ultime parole di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa da tre ragazze minorenni in nome di Satana. Un omicidio commesso “per noia”.

6 giugno 2000. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 22.00, quando suor Maria Laura Mainetti uscì dal convento per aiutare una ragazza che le aveva telefonato dicendole di essere rimasta incinta dopo uno stupro. La religiosa non ci aveva pensato due volte, si occupava spesso di giovani sbandate in difficoltà, che la chiamavano a tutte le ore del giorno e della notte. Anche quella sera, si era lasciata alle spalle il monastero di Chiavenna e si era precipitata nel luogo dell’appuntamento, non sapendo che stava andando incontro alla morte.

La gravidanza indesiderata era una ‘scusa’ per attirarla in un luogo isolato, il parco delle Marmitte dei Giganti, un posto lontano da occhi indiscreti. Qui, in un viottolo poco illuminato, tre ragazze minorenni, legate da un patto di sangue, l’avrebbero ‘offerta’ come sacrificio a Satana. Un “dono” che passa attraverso la morte e non prevede sconti. La trappola, le pietre, le pugnalate: nulla era stato lasciato al caso.

L’omicidio: “mentre la uccidevamo pregava per noi”

Il rituale prevedeva diciotto coltellate, sei a testa. Sei-sei-sei: il numero di Satana. Se ne contò una in più sul corpo della suora che implorò pietà. «Lasciatemi», disse con un filo di voce. Non furono le sue ultime parole. In ginocchio, ferita e senza forze, chiese a Dio di perdonare le sue assassine, con le mani giunte in segno di preghiera e lo sguardo rivolto al cielo.

Un primo colpo di pietra sulla nuca, un secondo sulla testa e il terzo per non interrompere la catena. Doveva essere questo il piano di morte, curato nei particolari per giorni, ma qualcosa durante l’aggressione è andato storto.

L’errore, che agli occhi delle aguzzine sembrava imperdonabile, era stato quello di uccidere la religiosa con 19 coltellate, una in più del previsto. Per finirla fu usato un coltello da cucina, di quelli a lama seghettata che servono per tagliare il pane. E tornerà nel cassetto, una volta ripulito del sangue.

È stato un pensionato che passeggiava nel parco delle Marmitte giganti a ‘imbattersi’ nel cadavere. Conosceva la madre superiora, ma non l’aveva riconosciuta in quel corpo abbandonato su un vialetto.

Le indagini

Le tessere del mosaico lasciano intravvedere un disegno agghiacciante. E quando gli investigatori riescono a ricomporre il puzzle, partendo dalla telefonata di quella sera, il velo di mistero calato su quell’area verde era diventato meno fitto. Il “mostro” aveva un volto, quello di tre ragazze normali, come tante altre. Almeno in apparenza. Scavando nelle loro vite si scopre che avevano già compiuto altri riti satanici, come il “giuramento di sangue” che le aveva legate tra loro, nel nome di Satana, “in modo indissolubile”. E per il diavolo in persona avevano deciso di uccidere un religioso, uno qualsiasi della Chiesa.

L’obiettivo era l’allora parroco del paese, ma fu scartato perché ‘troppo robusto’ e poteva essere rischioso. «Se reagiva sarebbe stati guai», dissero durante la confessione. La suora, coraggiosa, ma esile, era il ‘bersaglio’ perfetto. «Era anziana e ci sarebbe sicuramente cascata». Il delitto fu deciso per «noia» davanti a una birra nel bar del paese.

L’interrogatorio

Durante l’interrogatorio, crollano. Una di loro, la più giovane, era la ragazza che aveva chiamato suor Maria Laura per attirarla con una scusa. Le aveva raccontato che era stata violentata dopo che aveva accettato un passaggio in auto da un quarantennenne, e che era rimasta incinta. La madre superiora non poteva rimanere indifferente. Le promette di ospitarla nel convitto, di aiutarla con il bambino e accetta l’appuntamento. L’altra era quella che avrebbe incitato le amiche, la mente si dirà durante il processo. «Venite a darmi una mano, io non ce la faccio da sola, questa non muore più», pare abbia detto.

Un gioco finito male di tre ragazze diaboliche? Caso chiuso. Anche se per un po’ gli inquirenti, per non lasciare nulla al caso, hanno cercato ‘un regista’, suor Maria Laura era stata uccisa nel nome del demonio al quale le tre ragazze si erano “votate”.

Le “ragazze di Satana” non “esistono” più. Hanno pagato il loro conto con la giustizia, cambiato identità e vita, messo su famiglia. Di quel crimine, resta solo la lezione sul perdono di una “piccola” suora oggi beata.



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