È il giorno dell’addio a Simona Carpignano, la 30enne di Taranto che a Marsiglia, dove si era trasferita per cercare lavoro, ha trovato la morte. I funerali, previsti alle 16.00, si sono svolti in forma privata così come chiesto dalla famiglia che ha voluto rispettare, anche nell’ultimo saluto, il carattere della figlia. «Lei, sempre pronta a spendersi per gli altri mantenendo un profilo basso, avrebbe voluto così».
Non ci sono telecamere, né giornalisti, ma solo le persone che le hanno voluto bene e che in questi giorni di profondo dolore hanno manifestato la loro vicinanza chi con un ricordo, chi con un semplice pensiero. Per l’occasione il sindaco, Rinaldo Melucci ha proclamato il lutto cittadino.
La salma della 30enne è stata cremata, ma le sue ceneri non saranno sparse nel mare di Lama (una frazione di Tatanto) che “lei amava tanto”, così come si era diffuso in un primo momento. La notizia è stata, infatti, smentita.
Amava le lingue. Palava molto bene il francese, il cinese e l’arabo e su Facebook aveva un soprannome: «Sorriso». Si era trasferita in Francia poco dopo la laurea all’Università del Salento per continuare a studiare. Aveva lavorato come interprete e aggiunto altri titoli di studio al suo curriculum: una seconda laurea e un master.
Sei mesi fa aveva raggiunto Marsiglia per cercare lavoro e abitava al civico numero 65 di rue d’Aubagne, uno dei due palazzi crollati quella maledetta mattina del 5 novembre scorso. Abitava al terzo piano, ma secondo quanto raccontato ai media francesi da alcuni amici, pare che avesse paura. Voleva andar via dal palazzo, non si sentiva sicura. E aveva ragione.
Il suo corpo è stato trovato sotto le macerie il 7 novembre. L’ultima speranza si era spezzata.
Il ricordo del rettore Vincenzo Zara
«A nome mio e di tutta la comunità accademica dell’Università del Salento esprimo profondo cordoglio ai familiari e alle persone più vicine alla dottoressa Carpignano, che anni fa si era laureata in Lingue nel nostro ateneo e che, come tanti giovani di talento, aveva continuato a seguire i suoi sogni. Sogni che mai dovrebbero essere infranti» ha dichiarato il rettore Vincenzo Zara.