Il primo maggio è una data in rosso sul calendario non solo per la festa dei lavoratori. Da quel giorno, la tassa di soggiorno sarà riscossa automaticamente, al momento della prenotazione sulla piattaforma. Merito dell’accordo tra Airbnb e Comune di Lecce voluto per semplificare la procedura, e renderla digitale, al passo con i tempi. Senza contare che, in questo modo, si riduce il rischio di evasione.
Il capoluogo barocco, quindi, abbraccia “l’usanza” già nota in altre città italiane ed estere che hanno compiuto da tempo questo passo. Sono infatti oltre 400 le amministrazioni nel mondo per le quali Airbnb gestisce in maniera semplificata il versamento delle imposte e per le quali ha raccolto oltre un miliardo di dollari.
«Si tratta di un cambiamento vantaggioso per tutti – ha commentato Giulio Del Balzo, Public Policy Associate di Airbnb Italia – ci guadagna il turista, sempre più orientato a gestire servizi e pagamenti online; ci guadagnano gli host, che spesso hanno difficoltà a farsi pagare la tassa in contanti, e ci guadagno le amministrazioni, che si assicurano il pagamento dell’imposta per tutte le prenotazioni tramite Airbnb». Insomma, la ‘digitalizzazione dell’imposta’ è il risultato di un dialogo e di un confronto che agevolerà chi desidera affittare case e appartamenti in piena regola con la normativa comunale.
Come funziona
Dal 1 maggio 2019 l’accordo è operativo e sarà Airbnb a riscuotere l’imposta di soggiorno già al momento della prenotazione, versandola poi direttamente al Comune. I prezzi degli alloggi disponibili sul portale saranno già comprensivi dell’imposta – 3% del valore della prenotazione – che verrà poi versata automaticamente nelle casse comunali.
Airbnb in Puglia
Sono 35.100 gli annunci (interi appartamenti e stanze) di Airbnb attivi in Puglia, dei quali 1.900 a Lecce. Lo scorso anno, a livello regionale, gli host hanno ospitato 290.300 viaggiatori, con una durata media del soggiorno di 4,3 notti. A Lecce sono stati registrati invece 24.500 arrivi.