Gasdotto, tutti contro tutti. La Questura trascrive la telefonata per ‘smentire’ la versione dei No-Tap


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C’è un terzo protagonista nella battaglia che i No-Tap stanno combattendo contro il gasdotto: si tratta della Questura di Lecce ‘criticata dai manifestanti per aver raccontato una versione diversa degli scontri che si sono consumati all’alba del 9 febbraio davanti ad uno dei cancelli del cantiere di San Basilio, dove la multinazionale svizzera sta costruendo il pozzo di spinta.

Difficile riassumere le accuse incrociate che hanno tenuto banco in questi giorni e che rendono difficile capire quale è la verità: quella raccontata da Anna Maria Mangè, la donna rimasta a terra priva di sensi dopo essere stata travolta da un’inferriata? Della figlia della donna che ha accusato le forze dell’ordine di non aver volutamente aiutato la mamma o, peggio, di aver impedito con i manganelli ai “contestatoridi darle una mano?  O quella scritta nero su bianco in un comunicato diffuso da Viale Otranto?

«Ho temuto di morire. Non c’era alcun lancio di pietre in quel momento» ha raccontato la donna in una conferenza stampa dove ha manifestato la sua intenzione di sporgere denuncia. Un pool di avvocati è già sceso in campo. «Eravamo accanto all’ingresso, per i fatti nostri. Ad un certo punto si sono aperti i cancelli per fare entrare due furgoni della polizia e mi è finita addosso una cancellata. Ho preso un colpo alla tempia destra e sono rimasta priva di sensi. Mia figlia ha tentato di avvicinarsi dicendo: “mia madre è morta”  e l’hanno picchiata selvaggiamente. Ed è successo la stessa cosa alla ragazza accanto a lei» ha dichiarato.

«La signora si è fatta male semplicemente perché in quel momento non “passeggiava”, ma sostava troppo a ridosso dell’unico cancello da cui erano costrette ad uscire le forze di polizia, in soccorso dei colleghi all’esterno» replica la Questura. «Passeggiata anomala considerato che erano le 6.00 di una rigida e piovosa mattina di febbraio» rincarano sostenendo, senza mezzi termini, che si è trattato di un attacco alle forze di Polizia, “violento e mirato”.

Il giallo della telefonata al 118

Discordanti le versioni anche sui soccorsi. Secondo la Questura non è vero che la signora non è stata soccorsa dal personale di Polizia presente sul posto. Circostanza smentita «sia da un contatto telefonico registrato alle 06.44 dalla Sala Operativa della Questura e dalla Centrale del 118, ma anche dalla stessa signora che a caldo dichiarava di essere stata aiutata dai poliziotti».

Di più, gli uffici di Viale Otranto hanno diffuso anche la trascrizione della telefonata.