L’impatto tra due auto, nel primo pomeriggio di quel maledetto sabato 24 gennaio del 2015 sulla Tricase – Montesano Salentino, fu tremendo. Ad avere la peggio fu un ufficiale di marina, Antonio Pizzola, allora 31 enne, che a sirene spiegate fu trasportato in codice rosso al Vito Fazzi di Lecce. Meno gravi le condizioni del conducente dell’altra autovettura e della passeggera che viaggiava acconto al militare, la sua ragazza.
Fortunatamente tutti si ripresero da quell’incidente e adesso godono di buona salute, ma il trauma per quel tremendo impatto è rimasto intatto.
Proprio oggi, a distanza di quasi 5 anni, ci scrive Federica, la ragazza di Antonio Pizzola che riportò lievi ferite da un punto di vista fisico, ma che tuttora porta ancora i segni a livello psicologico e non riesce a dimenticare. Lei ed Antonio non riescono a darsi pace.
Ci scrive dopo aver letto un articolo di Leccenews24 in cui una famiglia chiede che si facciano vivi i testimoni di un incidente accaduto in estate nel Salento, sulla Veglie-Porto Cesareo con precisione, perché la loro testimonianza potrebbe essere utile a ricostruire l’accaduto.
Ecco, ricostruire l’accaduto, fare luce su una zona buia della memoria. È esattamente la stessa cosa per cui chiede aiuto Federica.
«Cerco qualcuno che il 24 Gennaio del 2015, in mattinata, o anche il giorno precedente, abbia percorso quella strada e abbia notato qualcosa di strano, perché per terra pare che ci fosse qualcosa di strano, ovvero una chiazza d’olio molto vasta. Per noi sarebbe importante anche il minimo e più insignificante dettaglio».
Già, è proprio questo che cerca Federica, un aiuto, un appiglio, per poter dare senso ad un incidente che ha lasciato tanti, troppi strascichi. Ad oggi, la dinamica del sinistro è rimasta troppo vaga, basata su ipotesi.
«So che sono passati un bel po’ di anni, ma questa è l’unica ed ultima possibilità che mi rimane. Sono stata motivata a scrivere a voi e alla community di Leccenews24.it, dalla lettura di un inserzione postata il 03 Settembre 2019 su Facebook dalla vostra testata giornalistica, che riportava la richiesta d’aiuto da parte di una famiglia per rintracciare eventuali testimoni, (qualcuno che avesse visto) e che potesse quindi descrivere un incidente automobilistico avvenuto sulla S.P. Veglie – Porto Cesareo, di cui è ancora poco chiara la l’esatta dinamica. Desidero porre il mio caso alla vostra attenzione, sperando di avere un risvolto positivo, fiduciosa nella vostra fattiva collaborazione».
Che cosa ricorda di quel giorno, lo racconta Federica.
«Il 24 Gennaio 2015, io ed il mio fidanzato Antonio Pizzola, di ritorno da Tricase, percorrevamo la S. P. 178 Montesano-Tricase e fummo coinvolti in un incidente stradale. Fu Antonio, al volante della sua Opel Astra, ad avere le conseguenze peggiori. Oltre le varie fratture, a causa di un gravissimo trauma cranico, trascorse i successivi 20 giorni in coma ed alcuni mesi ricoverato per la riabilitazione che poté poi continuare a domicilio, ma che, dopo quasi cinque anni, è ancora costretto a continuare. Lui purtroppo non ricorda l’incidente e per poter “giustificare” quell’evento così traumatico che gli ha sconvolto la vita, si deve attenere ai miei ricordi. Io, infatti, ero a bordo dell’auto con lui al momento dell’impatto, ma fortunatamente ho riportato lievi ferite. Nonostante le ricerche ufficiali (verbale dei Carabinieri, verbale dei Vigili del Fuoco, ecc…) non è stato possibile determinare con sicurezza la dinamica dell’incidente. Molti di quelli che erano i testimoni dell’accaduto, o comunque coloro che prestarono il primo soccorso, parlarono di presenza di olio sulla carreggiata. Purtroppo, vista la concitazione di quei momenti, e di quelli immediatamente successivi, non ci fu lo scambio di generalità e recapiti con i primi soccorritori. Non c’è nessuno, quindi, che possa raccontare ad Antonio maggiori dettagli o confermare i miei riporti sull’incidente. Per poter dare un senso logico a tutta quella maledetta vicenda ed una pseudo-pacificazione al mio ragazzo, basterebbe solo trovare qualcuno, che abbia percorso poco prima la stessa strada e che possa confermare la presenza di quel maledetto materiale viscoso sulla carreggiata».
Riprendiamo e facciamo nostro l’appello di Federica, sapendo che i nostri lettori possono fare il miracolo. Basta poco per riportare indietro l’orologio del tempo e chiarire qualche dubbio a chi non riesca a darsi pace.