“Mi da baci sulla bocca, anche con la lingua”. Il racconto choc del bambino che accusa il parroco di Trepuzzi


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«Ho dieci anni e sogno di diventare Sacerdote. Don *** mi aiuta, dice che mi vuole bene. Mi porta al mare e a mangiare una pizza. Dice che è come un papà, però ha iniziato a fare certe cose che non capisco…». È la drammatica testimonianza di una delle vittime di abusi da parte di un prete di Trepuzzi che ha trovato il coraggio di raccontare l’incubo vissuto quando era un bambino solo ora che è ormai un uomo.

Una lettera in cui riaffiorano i ricordi, il senso di colpa e le sensazioni provate dopo quei baci rubati e quelle ‘toccatine’ inspiegabili a dieci anni. È stata affidata all’associazione “Rete l’abuso”, che da voce a chi è finito nelle mani di preti pedofili. La stessa che ha pubblicato l’audio in cui il parroco salentino ‘confessa’ le violenze ad una delle sue ‘prede’ che lo aveva messo alle strette. Una telefonata in cui il sacerdote tenta di giustificarsi, provando a farsi perdonare chiedendo alla vittima l’Iban per ‘fargli un regalo’.

«Don *** mi fa paura. Mi dice che le persone non mi crederanno mai. Crederanno lui che è una brava persona. Un Sacerdote. Mi dispiace tanto non aver potuto raccontare la mia Storia a dieci anni, quando la mia infanzia è finita» si legge sul sito dell’associazione che, tra l’altro, avrebbe raccolto le prove che dimostrerebbero che il parroco abbia celebrato messa a Trepuzzi domenica 24 febbraio.

Un flashback dettagliato, agghiacciante. Uno sfogo scritto come se il tempo non fosse mai passato. «Mi da baci sulla bocca e anche con la lingua. Poi lo devo pure toccare giù. Mi dice che è normale, però mi dice anche che non deve sapere nessuno». E ancora «Mi da anche le botte. Con schiaffi e pugni. Poi mi mette anche sul tavolo a pancia in giù. Mi tira giù i pantaloni e mi fa male. Piango. Mi fa male il sedere. Ho i pantaloni bagnati».

Non deve essere facile raccontare le violenze, dopo averle chiuse in un cassetto per trent’anni.  Dopo aver provato tante volte a confidarle, salvo poi doversi arrendere: “Se inizio a parlare non esce niente”, scrive.

«Ma a sconcertare – si legge – è la cornice di un paese che sapeva chi era e cosa faceva don ***, ma malgrado ciò afferma ancora oggi che è una brava persona, un buon padre spirituale».

Ora toccherà alla Procura di Lecce fare luce sull’accaduto. E non sarebbe nemmeno un caso isolato. Le presunte vittime sembrano decine. A partire dagli strusciamenti, ai rapporti completi, fino ad a chi sostiene di averlo sorpreso in flagranza nella sacrestia.