Il primo sbarco del 2016 sulle coste salentine non è andato come gli speranzosi viaggiatori si aspettavano. Questa mattina, infatti, alle prime luci del sole, al largo del Capo di Leuca, sono stati ritrovati alcuni migranti, circa trenta, infreddoliti e visibilmente tramortiti per un viaggio della speranza da un approdo difficile e che, purtroppo, ha riservato risvolti tragici.
Sugli scogli di Leuca, infatti, è stato rinvenuto il cadavere di una donna, completamente bagnato, e che dalle prime indagini si pensa possa essere di un’età compresa tra i 30 e i 40 anni. Sul posto un intervento interforze, che ha coinvolto i Carabinieri, la Guardia Costiera, la Polizia e i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Taranto. Stando alle prime ricostruzioni, quindi, pare che l’arrivo sulle coste salentine sia avvenuto intorno alla mezzanotte di oggi e gli immigrati, tutti di origine somala, si trovavano tutti a bordo di una sola imbarcazione. Forse questa era troppo piccola, o forse la scelta è stata fatta di proposito dagli scafisti per dare meno punti di rifermento possibili, ma sta di fatto che i viaggiatori sono stati lasciati in tre punti differenti.
I primi migranti sono stati buttati direttamente in mare, al largo della Marina di Novaglie: tutti, poi, sono stati recuperati dalle fredde acque. Poi un secondo approdo, sulla scogliera di Leuca: qui è stato provvidenziale il sostegno di alcune imbarcazioni civili. Infine l’ultima parte dei passeggeri è stata fatta scendere sugli scogli di un lido nella Marina di Felloniche. Proprio a seguito di questo sbarco sarebbe deceduta la donna. In base alle dichiarazioni degli stranieri, pare che 3 donne siano state gettate in mare. Una, purtroppo è stata ritrovata cadavere, un'altra era in stato confusionale sugli scogli, l'ultima è ancora dispersa. In sei sono stati condotti in ospedale tra Tricase e Casarano, in condizioni non gravi.
Come riportato dagli stessi soccorritori sul posto, il numero complessivo dei migranti è di circa 40, ma all’appello ne mancherebbero due, forse quattro. Le speranze, ovviamente, sono quelle che si siano dati alla macchia una volta toccato il suolo: se, invece, si siano dispersi in mare, allora sarà difficile recuperarli vivi e in buona salute. Tutte le Forze intervenute, in questo momento, sono alla ricerca dei dispersi, mentre il personale medico è al lavoro per visitare e offrire i primi sostentamenti ai profughi arrivati.
Ora i migranti si trovano presso il Don Tonino Bello di Otranto.