Tutela del made in Italy, sequestrati 1.500 quintali di vino “Primitivo” in provincia di Lecce


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La Puglia continua a difendere con determinazione il suo patrimonio più prezioso: la qualità dei suoi prodotti agroalimentari. In questi giorni, i riflettori si sono accesi in provincia di Lecce, dove un’operazione congiunta dei Carabinieri forestali e dell’Ufficio Territoriale di Bari dell’ICQRF ha portato al sequestro di circa 1.500 quintali di vino sfuso, ‘spacciato‘ come “Primitivo Salento IGP” e “Primitivo Puglia IGP”. L’accusa? Violazione dei rispettivi disciplinari di produzione.

Il valore è stimato in circa 1,5 milioni di euro, ma il vero cuore della vicenda va ben oltre le cifre: riguarda la tutela della tradizione, della qualità e della credibilità di un intero settore.

L’operazione si inserisce nel quadro della campagna di controlli per la stagione vendemmiale 2025, che mira a garantire sul mercato la trasparenza e l’autenticità del marchio agroalimentare pugliese e, più in generale, italiano. Un obiettivo fondamentale, considerando che il Primitivo non è solo un vino, ma un simbolo della cultura enologica del Sud, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo.

Noto nel mondo per la sua qualità, vi è infatti la necessità di difendere il brand agroalimentare pugliese ed italiano dalle minacce di immettere alla vendita prodotti similari a quelli più conosciuti, con svantaggi economici per le ditte italiane che con trasparenza e correttezza operano sul mercato, ma anche dal pericolo che condotte illegali possano abbassare la qualità del prodotto italiano, con pregiudizio per la sua credibilità. Insomma, la violazione dei rispettivi disciplinari di produzione non è solo un tentativo di indebolire il valore di un brand costruito con secoli di passione e fatica, ma anche un rischio concreto non per le aziende oneste, che lavorano con rigore e trasparenza e per i consumatori, sempre più attenti alla qualità e alla provenienza di ciò che portano in tavola.

La sinergia tra Carabinieri forestali e ICQRF in Puglia dimostra quanto la cooperazione interistituzionale possa essere incisiva nel contrasto alle frodi alimentari. È un modello di presidio che unisce competenze e risorse, rafforzando la presenza dello Stato sul territorio e inviando un messaggio chiaro: la qualità italiana non si tocca.

L’autunno 2025 sarà quindi un periodo di controlli serrati, con ispezioni diffuse in tutta la regione. Una stagione di vigilanza che, come un buon vino, richiede tempo e cura, ma che promette di salvaguardare un patrimonio che appartiene a tutti: la credibilità e l’eccellenza del made in Italy.