‘Un maschietto di 3 chili con il cordone ombelicale stretto intorno al collo’. Attesa per l’autopsia e per l’esame sulla placenta, trovata nella spazzatura


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Sono tanti gli interrogativi a cui gli inquirenti dovranno rispondere all’indomani della triste storia della mamma 17enne che ha nascosto il corpicino del suo bambino in un armadio, dopo averlo avvolto in un cellophane e richiuso in una borsa. Il primo dubbio, atroce, è se sia venuto al mondo tra le mura dell’abitazione alla periferia di Squinzano dove è stato trovato, già privo di vita oppure se la tragedia si sia consumata poco dopo la sua nascita.
  
L’autopsia, che sarà eseguita probabilmente martedì mattina dal medico legale Ermenegildo Colosimo, fornirà le prime certezze così come l’esame istologico della placenta, ritrovata nella spazzatura gettata per strada insieme ai vestiti sporchi di sangue.
  
Di certo, più passano le ore più emergono dettagli utili a definire i contorni della vicenda. Sembra, infatti, il neonato, un maschietto (a differenza di quanto trapelato inizialmente) di 36 settimane che pesava poco più di tre chili, avesse il cordone ombelicale stretto intorno al collo.  
  
Come è noto, il nome della giovane mamma è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di “infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale” e di occultamento di cadavere. Reati per cui sono stati indagati, sempre come atto dovuto, anche la sorella e il cognato della 17enne che la ospitavano dopo essere stata in una casa famiglia e, probabilmente, custodivano il segreto della sua gravidanza. La Procura ordinaria, parallelamente a quella dei Minori, infatti, dovrà delineare il ruolo avuto in questa brutta storia dai parenti della ragazzina.
  
Da giovedì sera, da quando la ragazza si è presentata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Copertino a causa di una forte emorragia, intanto, Squinzano non riesce a darsi pace. Come dichiarato anche dal primo cittadino, Mino Miccoli, tutti si chiedono se questo dramma poteva avere un epilogo diverso. 

Intanto, verrà conferito incarico al fine di effettuare la perizia psichiatrica, oltre che sulla ragazzina, anche sulla sorella e sul cognato. La giovane è assistita dagli avvocati Fabrizio Tommasi e Carlo Martina, mentre la sorella e il cognato hanno come legale l'avv. Giampiero Tramacere.