Porto, detenzione e alterazione di arma clandestina. È questa l’accusa che ha fatto scattare le manette ai polsi di Pierluigi Calignano, 26enne di Nardò e volto già conosciuto alle forze dell’ordine.
Per capire come si sia giunti al suo arresto tocca fare un passo indietro e tornare a qualche sera fa, quando i Carabinieri della stazione di Nardò, conoscendo il suo passato, hanno iniziato a sospettare che stesse ‘organizzando’ qualcosa.
Un dubbio diventato sempre più fondato con il passare dei giorni. Nelle scorse settimane, infatti, il 26enne era stato notato dai militari mentre si intratteneva in compagnia di alcuni pregiudicati sempre vicino ad alcuni locali ‘malfrequentati’ e in luoghi sempre diversi della città. Colloqui che duravano anche alcune ore. Qualche sera addietro, invece, durante i normali servizi di controllo del territorio, Calignano era stato ‘notato’ dai Carabinieri mentre con fare ‘sospetto’ in sella alla sua motocicletta se ne andava in giro per il paese.
Oggi, dopo averlo nuovamente incontrato gli uomini in divisa hanno deciso di fermarlo. Il 26enne, però, è apparso immediatamente stranito e sospettoso, come se la presenza dei Carabinieri gli creasse un certo imbarazzo o rappresentasse problemi. Quando i militari gli hanno manifestato l’intenzione di effettuare una perquisizione personale prima e domiciliare poi, Calignano non solo ha dimostrato ancor più nervosismo, ma a provato a giustificarsi riferendo di essere lì per caso e che altrettanto per caso, avesse incontrato alcuni suoi ‘vecchi amici’. Un comportamento che ha spinto i militari a vederci chiaro.
E siccome le coincidenze apparivano decisamente troppe, soprattutto se raffrontate con gli importanti elementi raccolti nei giorni precedenti, il 26enne ha dovuto accompagnare i militari presso la propria abitazione. E le sorprese non sono mancate. In casa, nascosto in un vano sottoscala sotto alcuni stracci è spuntato fuori un revolver 38 special con matricola abrasa, perfettamente lubrificato e funzionante ed in ottimo stato conservazione.
A quel punto, il 26enne è stato accompagnato prima presso gli uffici della Compagnia di Gallipoli e dopo le formalità di rito, su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso il Carcere di Lecce.
Accertamenti tecnici, scientifici e balistici verranno svolti sull’arma rinvenuta per verificare se sia stata impiegata in fatti delittuosi.