Le indagini non sono state delle più facili, ma alla fine i carabinieri sono riusciti a chiudere il cerchio e portare a compimento un’operazione complessa che era cominciata il 26 aprile scorso con l’arresto di Cristian Solida. Il 27enne, volto già noto alle forze dell’Ordine, fu trovato 800 grammi di marijuana e 57 di hashish, oltre al materiale per il confezionamento delle dosi e due bilancini di precisione. Tutto custodito in una cassaforte nella camera da letto chiusa. Delle chiavi, però, nulla. Non c’era traccia.
I sospetti
Gli uomini dell’Arma non trovando le chiavi della cassaforte in casa di Solida furono costretti a chiamare i Vigili del Fuoco di Lecce che l’aprirono tagliandola con una smerigliatrice. Capirono, però, che il 27enne non aveva agito da solo, ma aveva avuto l’aiuto di qualcuno. Bisognava solo scoprire chi fosse, vagliando ogni dettaglio della vicenda.
La circostanza che aveva insospettito i militari, come detto, fu proprio il fatto che la cassaforte fosse chiusa e che nonostante l’accurata perquisizione nell’abitazione delle chiavi non fu trovata traccia, tanto che si era ricorsi ai caschi rossi.
L’intuizione
La cassaforte in metallo fu manipolata il meno possibile, al fine di approfondire le indagini. Fondamentale è stato il supporto della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Bari che ha analizzato centimetro per centimetro i singoli pannelli della cassaforte e sul cellophane che avvolgeva gli stupefacenti. Alla fine sono riusciti ad isolare ed estrapolare delle impronte digitali.
Il resto lo hanno fatto le analisi delle registrazioni di telecamere presenti in zona. E per i giovani sono cominciati i guai.
Ieri sera, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica, hanno arrestato Simone Matteo Briganti, leccese di 20anni e Marco Pisanò, 22enne di Cavallino, entrambi incensurati, per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
I due giovani dopo essere stati fermati, e le formalità di rito, sono stati condotti presso i rispettivi domicili dove permarranno, in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.