A Lecce è già qualche anno fa – dal 2009 al 2013 – quando, con i gradi di Colonnello, ha diretto il Comando Provinciale di Lecce dei Carabinieri.
Oggi, però, Maurizio Ferla, nel capoluogo salentino vi ha fatto ritorno, con un grado più alto, quello di Generale e nelle vesti di Comandante del Noe – il reparto dell’Arma che previene e reprime i reati in materia ambientale – per fare visitare alla sezione locale del Nucleo Tutela Ambientale salentino e per fare, altresì, un consuntivo circa il lavoro svolto in Italia, in Puglia, ma soprattutto sul territorio Salentino.
“Torno sempre con molto piacere qui a Lecce”, ha affermato l’alto ufficiale.
Rifiuti settore appetibile per la criminalità organizzata
“Il sistema dei rifiuti è molto appetibile da parte della criminalità organizzata. Purtroppo riscontriamo anche un diretto coinvolgimento delle aziende strutturate che hanno vari interessi commerciali non solo per quel che riguarda il settore specifico. La nostra attività è quella del controllo del ciclo dei rifiuti dalla prima fase, ovvero dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani, con la verifica degli appalti, dei bandi e delle attività che poi vanno in esecuzione. Poi prosegue con l’esame delle ditte e con un’eventuale loro connessione con il mondo dell’illegalità. Siamo convinti, però, dalle indagini che abbiamo in corso su tutto il territorio nazionale e non solo, che oggi il paradigma criminalità organizzata-rifiuti non è più un paradigma accettabile tout court, ma dobbiamo constatare un ruolo della criminalità organizzata di tipo mafioso come, in molti casi, collante tra settori imprenditoriali importanti e strutturati e parte della Pubblica Amministrazione per quel che riguarda specialmente gli appalti per la raccolta e lo smaltimento”.
Puglia virtuosa in materia di rifiuti
“Facendo un raffronto con la situazione generale in Italia, la Puglia, in materia di rifiuti, può considerarsi una regione virtuosa. Ha impianti in funzione e che in questo momento non sono in crisi. La Puglia in questo adesso riesce ad applicare un ciclo di rifiuti che in larga parte si conclude all’interno della regione, cosa che non avviene in molti altri territori italiani che non hanno ottemperato alle direttive europee prima e a quelle del nostro Parlamento dopo e che alcuni dei quali hanno subito pesantissime infrazioni da parte di Bruxelles, perché non si sono dotati né di impianti di raccolta e stoccaggio, né di discariche di smaltimento e trattamento”
Il livello di criticità dei reati ambientali in Puglia
“Per quanto ci riguarda il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzati in Salento, in linea con quanto avviene sul tutto il territorio nazionale, è possibile nel momento in cui si vanno a bandire le gare di appalto e quando si cerca di accaparrare la concessione con metodi che definiremmo mafiosi e a cui dobbiamo aggiungere convivenze con corruttele e reati contro la Pubblica Amministrazione. Non si deve fare un discorso con il fatto che ci si trovi di fronte a regioni quali la Sicilia, la Calabria e la Puglia di tradizionale presenza mafiosa, questa l’abbiamo riscontrata anche in tutta Italia e oggi non ha più confine. Quello che notiamo, invece, è che molto spesso non si deve confondere l’accaparramento dell’appalto come un modo di fare guadagno, così come si intende ‘tradizionalmente’, bensì come un modo per riciclare facendo sì che l’organizzazione criminale possa investire un certo quantitativo di diversi milioni di euro per poi ricavarne 4/5 che possono essere inseriti legalmente nel mercato. Già quello, anche se poi la ditta ufficialmente risulta in perdita e che porta spesso i registri in Tribunale, è un modo per fare guadagno”.
Reati ambientali e turismo
“Nel territorio salentino e in molte altre zone d’Italia a vocazione turistica è chiaro che l’impatto ambientale negativo ricada, poi, sulle proiezioni turistiche, parlo anche di altre mete che sono ad alta vocazione turistica. Ma quella di perseguire i reati ambientali dovrebbe essere una modalità di salvaguardia del territorio da parte di tutte le istituzioni che vi operano, per garantire livelli di qualità alti e mantenere o implementare il livello del flusso turistico”
Il problema dell’abbandono dei rifiuti
“Il problema dell’abbandono dei rifiuti si può gestire. Intanto con una cultura della legalità, in senso lato e abituando i cittadini e soprattutto i giovani a rispettare ciò che ci circonda. Bisogna sottolineare il fatto che se si abbandonano in maniera sconsiderata oggetti in plastica, o quant’altro, quelli, non essendo biodegradabili, resteranno lì per un numero imprecisato di anni e in grandi quantità causerà le ovvie conseguenze. Ci sono poi anche gli scarti di attività abusive di lavoro e, naturalmente, si sa che l’abusivo non può andare a smaltire lecitamente e quindi possiamo immaginare le conseguenze che possono avere materiali anche tossici che stazionano sui terreni per molto tempo. In questo le pubbliche amministrazioni devono giocare un ruolo importante, non solo dal punto di vista dell’educazione civica, ma anche di attenzione a queste problematiche, di prevenzione e di sanzione molto pesante”.